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“Vendo, non vendo”: tutti questi dubbi dopo tante promesse sono già una sconfitta della società
06/05/2024
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Nell’editoriale della settimana scorsa, esortavamo sommessamente l’ambiente a non fornire alibi non richiesti alla società. Purtroppo notiamo che, al netto del peggior campionato della storia, ci sono ancora personaggi che puntano il dito contro la politica, che ripropongono il tormentone dei romani (ad oggi la miglior società di sempre), che giustificano gli errori clamorosi di Sabatini nel mercato invernale e che sono pronti a giustificare un eventuale anno di assestamento perchè il salto all’indietro di categoria comporta perdite economiche associate a un bilancio già appesantito di suo.

A nostro avviso, però, sarebbe un delitto calcistico reiterare nell’errore commesso in questa stagione, per la quale nessuna componente è esente da responsabilità. Oggi tutti dicono che la rosa è scarsa, che in estate è stato sbagliato tutto, che occorreva un direttore sportivo da campo, che ci sono state troppe promesse non mantenute e che la proprietà in pochi mesi ha perso l’entusiasmo delle prime due stagioni. A luglio e agosto dirlo in anticipo per il bene della Salernitana significava essere gufi, nella migliore delle ipotesi ci invitavano ad andare a mare perchè vedove di Fabiani. Una follia.

E allora, sin da ora, bisogna far suonare il campanello d’allarme: tra 70 giorni si parte per Rivisondoli, il mese di aprile è stato gettato alle ortiche in ottica programmazione futura e riteniamo ci sia l’obbligo morale di garantire da subito l’allestimento di una rosa fortissima che punti a riportare la Salernitana lì dove è stata presa nel dicembre del 2021. Avere al timone un presidente così facoltoso, imprenditore di successo meritevole di stima assoluta, legittima la “pretesa”. Altrimenti, se ci si limita all’autofinanziamento, cambia poco se al timone c’è Lombardi, un trust o uno degli uomini più ricchi d’Italia. Intendiamoci: Iervolino i soldi li ha spesi, ha garantito per un biennio una stabilità economica importante ed essere facoltosi non vuol dire prendere milioni di euro e gettarli dalla finestra. Però sostenibilità non equivalga ad ulteriore ridimensionamento. Passare da prospettive europee e alla possibilità di sedersi al tavolo delle trattative con i top club internazionali al “vendo, non vendo” e “compro se cedo Dia” è un qualcosa di inspiegabile e di tremendamente preoccupante. Un silenzio che sta diventando assordante, nemmeno un tweet di commento dopo l’aritmetica retrocessione.

Vogliamo pensare che Iervolino, il Re Mida dell’imprenditoria che ha regalato comunque due salvezze da brividi alla tifoseria, possa trasformare presto amarezza in voglia di riscatto rendendosi conto che, se proprio vuol cedere, tornare in A è la strategia migliore per far fruttare gli investimenti e rientrare delle spese. C’è la necessità, nell’interesse di tutti, di allestire una rosa super, con calciatori di alto livello per la categoria, qualche riconferma importante e un direttore sportivo che possa operare da subito scegliendo l’allenatore. Uomini di calcio, non di mondo.  Basterà rivedere anche solo la metà dell’entusiasmo negli occhi del presidente per trasformare, da subito, l’amarezza per un dramma sportivo in voglia di ricompattarsi per spingere verso un’unica direzione. C’è tutto, al di là del disastro attuale, per rialzarsi. Alla società l’ultima parola, sperando che presto ci possa essere una conferenza stampa verità.

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di Popolo Sportivo

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