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Un’involuzione che parte da lontano. Ridimensionamento totale, cronistoria del flop societario
06/11/2024
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La Salernitana deve puntare alla salvezza. Alla fine l’obiettivo comune è stato raggiunto: convincere i tifosi che, dopo una retrocessione vergognosa e una serie infinita di promesse non mantenute, sia giusto prospettare un progetto triennale che perde di valore se immaginiamo che la società resta in vendita e che ha un presidente dimissionario che spera soltanto nell’offerta giusta. Del resto non dobbiamo dimenticare che tipo d’estate è stata per la nostra squadra del cuore. Dal tormentone Brera Holdings alla fuga di Sottil fino alla scelta di partire per il ritiro con un gruppo totalmente stravolto e che Petrachi ha rivoluzionato ufficialmente per bonificare lo spogliatoio, ma soprattutto per contenere i costi. Già, perchè chi immaginava una Salernitana settima in serie A con Cavani e Mertens in attacco, improvvisamente deve cedere Motoc, Bradaric e Jimenez per alleggerire il monte ingaggi. Giusto per rinfrescare la memoria a chi continua, incomprensibilmente, a nutrire fiducia in alcuni personaggi, la Salernitana ha introitato 25 milioni di euro dal paracadute, circa 10 per i riscatti, un’altra ventina dalle cessioni (e la Lazio garantisce introiti fino a giugno 2026), 500mila euro per la partecipazione di alcuni tesserati ai recenti Europei, 4 milioni dalle tv e almeno 2,5 al botteghino tra abbonati (4600) e paganti, mediamente 8mila in occasione delle varie gare casalinghe. Anche il monte ingaggi è stato dimezzato del 70% arrivando ad una cifra di 20 milioni lordi che è minimo sindacale per chi, in teoria, dovrebbe puntare a vincere da subito senza prendere e perdere tempo. invece il mercato è stato fatto in modo caotico, con tanti doppioni sulle fasce e l’assenza di un bomber, di un interdittore, di un centrocampista di qualità, di un forte difensore centrale e di un portiere senza dubbio superiore a Sepe. Non che ci voglia molto, per la verità.

E poi una sfilza di calciatori sin qui bocciati o non pervenuti. L’elenco è presto fatto: Gentile, Ghiglione, Velthuis, Hrustic, Adelaide, Dalmonte, Torregrossa, Wlodarczyk. Senza dimenticare che Braaf e Kallon non danno sicurezze e che Tello ha una media voto di 4,5 in pagella. Insomma, uno degli uomini più facoltosi d’italia, per quanto legittimamente scottato dai soldi dilapidati per gli orrori dei due precedenti direttori sportivi, avrebbe dovuto chiedere scusa alla città e ripartire da subito con un progetto di vittoria immediata, in una categoria mai come quest’anno equilibrata, modesta e livellata verso il basso. A gennaio capiremo le reali intenzioni del timoniere, del presidente “senza portafoglio”, di un ds che non ha più alibi e di chi parla di calcio con costanza pur facendo un altro mestiere. Gli “uomini di mondo”, per intenderci. Quelli che hanno fatto la divisione tra stampa locale e nazionale dopo aver promesso sinallagma e collaborazione. Quelli che chiudono le porte degli allenamenti e che predispongono orari stabiliti per consentire ai tifosi di chiedere foto e autografi (clamoroso). Quelli che affidano incarichi di responsabilità a novelli personaggi che attuano la politica del dividere e non dell’unire. A Iervolino e Milan il compito di riconqusitare la gente, con i fatti e con gli investimenti. Perchè è vero che sono stati spesi milioni su milioni, ma è anche vero che la Salernitana a 10 milioni in A con bilancio pulito e 32 milioni solo da DAZN è un affare. E che di incassi ce ne sono stati tantissimi…ma non si dice!

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di Popolo Sportivo

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