La sconfitta maturata questa sera all’Arechi rischia di chiudere anzitempo il campionato di serie A della Salernitana. Oggi non ci sono alibi: non si può parlare di arbitri, di gol arrivati allo scadere, di miracoli del portiere avversario. L’Arechi era piuttosto gremito, il Genoa in emergenza, c’era Orsato a dirigere la gara e i granata erano passati in vantaggio dopo meno di 80 secondi. Purtroppo – e lo diciamo davvero con tristezza – se ti presenti allo scontro diretto forse decisivo senza aver preso il difensore centrale e l’attaccante, dipendendo ancora dai capricci di Dia e schierando Lovato, Ikwuemesi, Simy e Tchaouna, allora c’è poco da fare. Chi è causa del suo mal pianga sè stesso, verrebbe da dire. Non vogliamo tornare nemmeno troppo indietro nel tempo, quando Paulo Sousa lanciava un campanello d’allarme e veniva accusato di destabilizzare il gruppo mentre qualcuno chiedeva al giornalista amico di puntare il dito sulla presunta preparazione estiva sbagliata pur di non ammettere che era stato condotto un mercato fallimentare. Il vero problema è sorto dopo Verona. Sei a -2 dalla salvezza e, al posto di puntare ad acquisti di livello, in sala stampa parli di mercato in attivo e necessità di cedere per mettere a posto i bilanci? E poi prendi tre prestiti secchi, giocatori fermi da sei mesi cedendo un titolare ancor prima di individuare il sostituto? O forse abbiamo dimenticato come ci siamo presentati nella doppia sfida con la Juventus o a Napoli? Sabatini, ad ora, non ha fatto granché e la speranza è che non sia solo il parafulmine del ridimensionamento societario. Significherebbe intaccare il rapporto splendido con la piazza. Se a -2 non è arrivato nessuno, come si può pensare a qualche acquisto top a -5 dalla penultima e con una squadra che andrebbe rivoluzionata in tutti i reparti?
◄ Tutte le news
Se il mercato della più scarsa si basa sulle cessioni meriti l’ultimo posto…
21/01/2024