Svuotati, sfiduciati, increduli, con quel senso di impotenza che fa passare la voglia anche di arrabbiarsi per una sconfitta. Sarà per la triste abitudine ai risultati negativi, sarà perchè i tempi sono cambiati, ma la stragrande maggioranza della tifoseria granata ha scelto di vivere questa amara retrocessione con apparente serenità e con la voglia di dimostrare fino alla fine appartenenza, attaccamento alla maglia e sportività.
Oggi il messaggio è partito forte e chiaro: “Che importa se, è arrivata la retrocessione. Che vuoi che sia? In ogni categoria, Salernitana io non vivo senza te” e via con quel motivetto che speravamo di non sentire più dopo la figuraccia del 2009-10. E invece, purtroppo, la società non ha mantenuto le promesse e ci ritroviamo ad ingoiare un boccone amarissimo con una squadra non degna della propria tifoseria. Quella che certo non può essere rappresentata da qualche facinoroso che ha reso incandescente il pre partita mettendo a repentaglio l’incolumità di tanta gente! Ad ogni modo, la strada scelta dalla curva Sud è nota da tempo: sostegno incondizionato, fischi a fine partita, qualche coro contro i calciatori e tanta, tanta passione pur in una fase della stagione nella quale sarebbe forte la tentazione di stracciare biglietti e abbonamenti e trascorrere una domenica di sole con le famiglie. Invece, almeno stando ai dati ufficiali, oggi c’erano quasi 15mila persone. Numeri che confermano le potenzialità di una piazza che merita di più. Decisamente di più.
Eppure il clima che si respirava oggi all’Arechi non è piaciuto a qualche tifoso che, sui social, rimarca da tempo la necessità di contestare civilmente o, comunque, di assumere una presa di posizione chiara e netta all’indirizzo di una società che ha sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare e che oggi dovrebbe uscire allo scoperto promettendo una pronta risalita proprio in segno di rispetto per lo zoccolo duro. “Siamo passati dalle diserzioni e dagli striscioni contro chi ci ha portato dalla D alla A a un clima di festa a prescindere” e “Stiamo vivendo la retrocessione quasi in modo indolore, ridateci gli anni Novanta” due dei commenti che abbiamo letto sul web. La verità, come sempre, sta nel mezzo. Ben venga il salto di maturità generale e l’apporto incondizionato alla maglia. Tuttavia il non aver saputo esprimere un contesto tale, da luglio, da affrontare in anticipo le problematiche è una della cause principali questo salto all’indietro a suon di record negativi.