Quella di Cagliari sarà davvero la partita della vita per la Salernitana. La classica ultima spiaggia in uno scontro diretto che mette in palio punti pesantissimi per alimentare quantomeno il sogno spareggio che rischia di tramutarsi nel principale obiettivo stagionale. La squadra sa che, al suo fianco, ha una città intera: a Udine, in una trasferta logisticamente complessa, erano in 700 e sembrava di giocare in casa. All’Arechi, con l’Empoli, c’erano 20000 spettatori e anche col Lecce la Sud è già sold out. In terra sarda ci sarà una buona rappresentanza di tifosi e questo è il valore aggiunto da sfruttare al massimo. “Il fatto che si perda tanto pur avendo un tifo del genere, certifica che c’è qualche problema interno. Ai miei tempi abbiamo vinto tante partite grazie al pubblico, a Salerno è un fattore che conta tanto e che incide” ha detto l’ex Pezzella in una recente intervista, invitando il gruppo a credere fortemente in una impresa certo più difficile di quella di due anni fa, favorita soprattutto dalle due gare recuperate tra aprile e maggio.
La stessa società non ha intenzione di mollare e Iervolino, nel suo discorso privato e nel comunicato stampa, ha alternato bastone e carota. Delusione per l’atteggiamento di qualche tesserato, per una classifica che non rispecchia il monte ingaggi, per qualche mancata cessione ad opera di Sabatini (e i volti nuovi di gennaio stanno faticando), Dia fuori rosa e possibile tabula rasa l’anno prossimo. Tuttavia il club crede che la rimonta sia ancora possibile e che “dobbiamo dimostrare chi siamo e cosa possiamo fare, fidandoci dell’amore della nostra gente”. In fondo, pur a -9 e con una squadra che ne ha vinte appena 2 in tutto il campionato, c’è ancora la convinzione che basti un colpaccio esterno per riaprire il discorso, quantomeno per un finale interessante. A patto che Liverani osi di più schierando i calciatori di maggior qualità senza accontentarsi del punto come accaduto a Udine in 10 contro 11.
Fonte Tuttomercatoweb