Siamo tutti d’accordo sul fatto che la Salernitana occupi l’ultimio posto in classifica a causa di una serie di errori clamorosi commessi in sede di mercato dal presidente Danilo Iervolino e dal direttore sportivo Morgan De Sanctis. Nel primo caso c’è stato un palese ridimensionamento del budget, al netto delle promesse fatte nei mesi precedenti, nel secondo pesa la scelta di non intervenire drasticamente in difesa e di affidarsi esclusivamente a scommesse a basso costo in arrivo dall’estero. Strategia rischiosissima, pericolosa: per informazioni chiedere al Venezia di due anni fa.
Riteniamo che a questa Salernitana servano due difensori centrali, un esterno sinistro, due centrocampisti e un attaccante che segni. Non ce ne voglia nessuno, ma il quartetto Simy-Botheim-Stewart-Ikwuemesi non è affatto da serie A e sta facendo rimpiangere Piatek e finanche Djuric e Bonazzoli. A centrocampo Bohinen vive di rendita per 4 partite discrete fatte due stagioni or sono, per non parlare di Maggiore e di un Martegani atteso 60 giorni e che oggi è ultimo nelle gerarchie pur con compagni di reparto di livello mediocre. Se la Salernitana vuol salvarsi devono arrivare in granata, già il 2 gennaio, 3-4 rinforzi di spessore. Altrimenti parliamo del nulla.
Ciò detto, oggi dietro la lavagna va il tecnico Inzaghi. La domanda è legittima: cosa ha dato in oltre due mesi alla Salernitana? Ad oggi ricordiamo due prestazioni pessime con Cagliari e Genoa, uno 0-2 con un Napoli in difficoltà senza tirare in porta, una gara pareggiata a Sassuolo esclusivamente grazie alle parate d’Ochoa e il 3-0 di oggi frutto di una palese – e a tratti imbarazzante – differenza tecnica ma anche di scelte che meriterebbero scelte drastiche da parte della società.
Anzitutto il modulo. Ma si può giocare con una mediana a due a cospetto dei tre fantasisti della Fiorentina? E non era stato proprio il mister a dire che Bohinen fosse un calciatore da centrocampo a tre? Oggi il norvegese e Coulibaly sono stati esposti a brutte figure e una difesa già non all’altezza soffre ulteriormente perchè non c’è filtro nè copertura.
Chiudiamo con il discorso dell’ “atteggiamento”. Perchè, prima che negli uomini, questa Salernitana è scadente per carattere e attaccamento. Se, però, la dirigenza continuerà ad agire nell’ombra e la proprietà non interverrà per destare l’ambiente dal torpore garantendo presenza fisica, come si può pretendere che gente strapagata getti il cuore oltre l’ostacolo per la causa? L’occhio del padrone ingrassa il cavallo, invece qui vale il detto “decidere di non decidere”. E mentre il medico studia l’ammalato…perde!
La ciliegina sulla torta? La sostituzione di Kastanos. Uno dei pochissimi a rasentare la sufficienza, a guadagnare qualche punizione, ad assumersi qualche responsabilità. In quel contesto disastroso, davvero era l’ex Pescara a dover restare sotto la doccia all’intervallo? Anche i meno esperti di calcio avrebbero optato per l’uscita di uno dei cinque difensori a favore di Dia, con lo spostamento di Kastanos a centrocampo come mezzala di spinta. Invece no: tre difensori bloccati, due esterni bassi e Dia – unico che vede la porta – trequartista alle spalle di un centravanti elogiato troppo rapidamente e che, ahinoi, faticava a fare uno stop.
Intendiamoci. Anche Kastanos non stava vivendo un pomeriggio indimenticabile. Tuttavia sostituire lui e non altri giocatori palesemente sulle gambe può creare malcontento, soprattutto se nelle interviste si elogiano atleti in palese affanno senza spendere una parola per chi ha tolto le castagne dal fuoco sette giorni fa dopo una serie di incomprensibili esclusioni. Inzaghi ha l’obbligo di salvaguardare il patrimonio tecnico del club scegliendo con oggettività. Ed evitando, se possibile, questo girovagare della fascia. Ma come, Candreva fa un partitone con la Lazio e oggi il capitano è Fazio?