Sia benedetta la sosta. Considerando che la squadra è stata costruita in corso d’opera e che molti calciatori sono arrivati ben oltre la fine del ritiro di Rivisondoli, finalmente mister Martusciello ha avuto la possibilità di lavorare con – quasi – tutti gli elementi a disposizione e di amalgamare vecchi e nuovi per la sfida al Pisa di Pippo Inzaghi. In merito vorremmo aprire una parentesi. Sicuramente, nella passata stagione, anche lui ha commesso degli errori ed è legittimo che una società decida di esonerarlo quando sei ultimo in classifica e perdi nel modo peggiore gli scontri diretti in casa con Genoa ed Empoli. Tuttavia sarebbe utile evitare di fischiare uno dei pochi che, almeno, ci ha messo cuore e anima dando da subito la disponibilità a restare anche in cadetteria per provare a riportare in alto i colori granata. Del resto in questa categoria ha dimostrato di saperci fare, come testimoniato dal trionfo di Benevento, dal percorso vincente col Venezia, dai playoff disputati a Reggio Calabria con una situazione societaria complessa alle spalle e dal record di vittorie esterne risalente ai tempi del Brescia. Un’altra occasione l’avrebbe meritata, senza nulla togliere a un professionista serio e preparato come Martusciello. La sua Salernitana, con una difesa colabrodo, un mercato pessimo in estate e in inverno, l’ostracismo di Sabatini e una decina di calciatori in infermeria, riuscì a battere la Lazio, a pareggiare con Milan e Torino, a mettere sotto per larghi tratti Roma, Napoli e Juventus e a vincere a Verona chiudendo il girone d’andata a -2 dalla salvezza. Sarebbe bastato ricapitalizzare e affidarsi sin da quel momento a Petrachi per tentare la seconda impresa in tre anni. Chiusa questa parentesi che riporta alla mente brutti ricordi, proiettiamoci al futuro chiedendoci quale possa essere il reale valore della rosa della Salernitana. Chi legge l’editoriale del giovedì conosce perfettamente il mio pensiero. Per quanto riguarda uscite, plusvalenze, spirito aziendalistico e capacità di mettere a posto il bilancio e ripulire lo spogliatoio, Petrachi merita un 10 con lode. Qualunque altro dirigente, anche il Marotta di turno, avrebbe incontrato enormi difficoltà, soprattutto se pianifichi con una società e poi resta quella attuale e ti chiede di monetizzare mettendoti a disposizione un budget pari a quello che i romani diedero a Mariotto in C2. C’è poi il discorso relativo all’aspetto tecnico. Sepe, Stojanovic, Bronn, Ferrari, Jaroszynski, Maggiore, Amatucci, Adelaide, Verde, Soriano, Torregrossa. Letta così, è una formazione da zona sinistra della classifica, con tanta qualità, tanti gol nelle gambe e gente come Braaf, Kallon, Ghiglione, Tongya, Hrustic e Simy che può comunque dare il proprio contributo. Va detto, però, che ci sono tanti giovani che, nelle primissime uscite ufficiali, non hanno convinto ma che ora avranno tempo di crescere senza pressioni e con qualche esperto a fungere da guida. Con i milioni introitati si poteva da subito allestire una corazzata, sarebbe stato il minimo sindacale per chi ha preso la Salernitana in con bilancio in attivo e oggi si ritrova in B a fare i conti con la calcolatrice prima di dare l’ok per un acquisto anche di media caratura. Inutile, però, piangere sul latte versato. In attesa che Iervolino ceda o che ritrovi entusiasmo grazie a Petrachi ,concentriamoci sul presente pensando anzitutto a salvarci prendendoci, poi, tutto quello che verrà oltre. L’esempio arriva dai tifosi, in 15mila anche domenica nonostante tutto. La legge dell’Arechi per battere la capolista, in fondo sognare non costa nulla e anche nel 2020-21 non eravamo certo i favoriti…
◄ Tutte le news
Petrachi e un lavoro che può ricaricare il presidente. Carta bianca al ds e si può tornare in A
11/09/2024