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Paradosso granata: punti e prestazioni fino ad agosto, poi l’involuzione dopo la fine del mercato
04/11/2024
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Se volessimo ricordare come è nata questa stagione, potremmo dire che non dobbiamo assolutamente meravigliarci nè di una classifica deficitaria, nè di un rendimento altalenante da parte di una squadra che avrebbe avuto l’obbligo morale di riprovare da subito a tornare in A dopo una retrocessione clamorosa e che invece è stata costruita in ritardo e dopo un ritiro anomalo, senza innesti e con una società in vendita. Cose che avrebbe mandato in crisi qualunque allenatore. Quando siamo, però, ben oltre la metà del girone d’andata è doveroso fare una riflessione basandoci sull’attualità senza tornare ai mesi precedenti e senza concedere alibi a nessuno. E’ del tutto evidente che la Salernitana sia in costante involuzione e che abbia conquistato appena due punti contro avversari assolutamente alla portata come Cesena e Cosenza, con un pubblico meraviglioso al proprio fianco che avrebbe meritato assolutamente performance differenti.

Una sola vittoria nelle ultime dieci gare ufficiali: basterebbe questo per rendersi conto che qualcosa non va, che ci vorrebbero dei correttivi immediati senza aspettare la riapertura di un mercato che rischia di essere addirittura dannoso se prevarrà ancora la linea del “prima cedere” senza allargare i cordoni della borsa. In tanti se la prendono con l’allenatore ed effettivamente alcune scelte continuano a non convincere. Anzitutto Wlodarczyk, passato repentinamente dalla tribuna per scelta tecnica a 95 minuti che sarebbero stati da 5 in pagella se non avesse conquistato – soprattutto per demeriti altrui – un calcio di rigore poi decisivo ai fini del pareggio. Non provare le due punte contro un Cosenza ormai tutto all’indietro e tenere in panchina fino alla fine Simy e Torregrossa può essere un messaggio implicito alla dirigenza, ma anche la conferma che si sta inceppando qualcosa in un meccanismo che, paradossalmente, sembrava perfetto proprio quando la Salernitana era un cantiere aperto.

E poi i gol subiti. Sempre uguali. Subirli in contropiede in trasferta o in casa in vantaggio di un gol lascia in eredità tanti interrogativi, se una situazione si ripete di continuo è evidente che non si riescano a porre i rimedi necessari. E infine le difficoltà offensive: la Salernitana è una delle squadre che calcia meno e oggi, rigore a parte, ha scaldato i guantoni di Micai in una sola occasione e con una conclusione dalla distanza.  Aggiungiamo, però, un altro interrogativo al dibattito: con un altro allenatore si farebbe meglio? Purtroppo, ad oggi, tanti volti nuovi stanno facendo flop. Di Velthuis si sono perse le tracce, Njoh è altalenante, Ghiglione non ha mai fatto la differenza, Tello faticava in C e fatica in B, Dalmonte non incide, Kallon e Braaf hanno esaurito l’effetto sorpresa, Soriano si limita all’ordinaria amministrazione, Hrustic non pervenuto, Wlodarczyk non vede la porta, Torregrossa ombra di sè stesso. Anche qui la domanda: al netto dei paletti imposti da Iervolino, si poteva rinforzare maggiormente la rosa?

Ora calendario in salita, con Bari prima della sosta (ok il gemellaggio, ma l’Arechi deve fare l’Arechi per spingere la squadra) e il Sassuolo dopo la sosta. Ora alibi non ce ne sono per nessuno. Perchè se il ds accetta è giusto si assuma le responsabilità, perchè l’allenatore sta guidando questo gruppo da quasi settanta giorni, perchè i calciatori si impegnano ma non basta per vincere e occorrono i risultati. Altrimenti l’obiettivo sarà per davvero la salvezza. E dopo i tanti incassi estivi è davvero un peccato.

Editoriale tratto da TuttoSalernitana

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di Popolo Sportivo

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