Sembra un po’ di rivivere l’estate del 2021, quando venivano accostati alla Salernitana una serie di personaggi solo teoricamente interessati ad acquisire la società. Era l’epoca del trust e della multiproprietà e, in città, nacque la favoletta dei Della Valle o di presunte cordate francesi disposte a subentrare a Lotito e Mezzaroma. Naturalmente si trattava di fake news, messe in giro ad arte per destabilizzare un ambiente che chiede all’attuale proprietà di uscire allo scoperto quanto prima anche per evitare spiacevoli speculazioni di questo tipo. Allo stato attuale la situazione appare chiarissima: Iervolino ha perso l’entusiasmo iniziale, è scottato dalla retrocessione, probabilmente non si aspettava che quest’avventura a tinte granata fosse così dispendiosa e prenderebbe in considerazione offerte in presenza di interlocutori seri. Viceversa, proseguirebbe per la sua esperienza all’ombra dell’Arechi prospettando un progetto triennale che punti, anzitutto, a mettere a posto i conti e a cadere in piedi dopo una retrocessione sanguinosa dal punto di vista finanziario e che ha causato uno strappo evidente con buona parte della tifoseria. Perchè, al netto dell’assenza di contestazioni e della scelta di cantare e sostenere fino alla fine in casa e in trasferta, è palese che il pubblico abbia perso fiducia a causa del rendimento horror di quest’anno e di una serie di promesse roboanti che non sono state mantenute.
La stagione non è ancora finita e la matematica è arrivata da meno di una settimana, ma possiamo comunque dire che maggio sia già mese della verità per la Salernitana. L’unico vantaggio lasciato in eredità da un’annata pessima e ricca di errori e contraddizioni è rappresentato dalla possibilità di operare in anticipo rispetto alla futura concorrenza. Ad oggi, però, tutto tace sul fronte direttore sportivo. Foggia era un’idea, quella di Meluso appare un’ipotesi meramente giornalistica, altri si sono proposti e sarebbero felici di far parte della Salernitana del futuro. Entro una ventina di giorni il quadro sarà meno nebuloso, possibile anche che il presidente interrompa il prolungato silenzio stampa e indica una conferenza verità utile a tracciare un bilancio di questo triennio e a presentare il programma per la stagione 2024-25. E l’allenatore? Stefano Colantuono avrebbe già dato la sua disponibilità a partire dall’inizio. L’attuale guida tecnica gode della stima del club, è responsabile del settore giovanile e potrebbe essere inquadrato come direttore tecnico e uomo di fiducia con pieni poteri a 360°. L’amministratore delegato Milan ha pubblicamente ammesso che c’è ancora il nome di Filippo Inzaghi nella lista dei papabili, occhio alla candidatura di Fabio Grosso che piace alla proprietà soprattutto per la capacità di valorizzare i giovani.
La rosa sarà ovviamente stravolta, al primo luglio il monte ingaggi sarà di circa 27 milioni di euro e certo non basterà il paracadute per dormire sonni tranquilli. Via per scadenza di contratto i vari Boateng, Pellegrino, Manolas, Fazio, Ochoa, Gomis, Costil, Vignato, Pellegrino, Pierozzi, Zanoli, Basic, Martegani e Weismann. Saluteranno Salerno anche Pirola, Bradaric, Candreva (dietro pagamento di una clausola da 400mila euro), Dia, Lassana Coulibaly e Pasalidis. Si cercherà una sistemazione per i rientranti Sepe, Bronn, Valencia e Bonazzoli, mentre hanno qualche chance di riconferma il giovane Iannoni e Mamadou Coulibaly. Difficile trovare acquirenti per Mikael, Ikwuemesi, Simy e Sambia, tra i più pagati e tra i meno positivi. Hanno mercato Maggiore e Kastanos, la plusvalenza vera potrebbe essere rappresentata da Tchaouna (valutato 5 milioni di euro). Tra Bohinen e Daniliuc, che saranno riscattati rispettivamente da Genoa e Salisburgo, dovrebbero entrare nelle casse sociali circa 9 milioni, a cui aggiungere la seconda rata da 1,5 milioni che il Napoli deve alla Salernitana per Mazzocchi. E chi resta? Ad oggi Legowski, Fiorillo e poco altro, lo stesso Gyomber potrebbe cambiare aria dopo 4 anni se non sarà rinnovato il contratto in scadenza a giugno del 2025.
fonte tmw