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Martusciello e Petrachi, è tempo di battere i pugni sul tavolo. O volete essere i prossimi capri espiatori?
10/08/2024
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Anche se in ritardo rispetto agli altri anni, è stata presentata oggi pomeriggio la nuova divisa da gioco per la stagione 2024-25. Per carità, il richiamo al campionato 89-90 e il ricordo di Agostino Di Bartolomei scaldano sempre il cuore, nessuno potrà mai dimenticare quell’epoca in cui il Vestuti ere gremito in ogni ordine di posto e si respirava quel clima di orgoglio e appartenenza che tanto sarebbe servito in questo biennio ricco di errori e contraddizioni. Ora, però, bisognerebbe accelerare e individuare i calciatori che quella divisa la indosseranno e dovranno sudarla e onorarla dopo lo scempio a cui abbiamo assistito fino a pochi mesi fa. O forse chi ci invitava ad andare a mare ha già dimenticato le innumerevoli sconfitte casalinghe, il record negativo di punti nella storia della serie A, la marea di gol subiti e le umiliazioni in tutti gli stadi italiani? Gli stessi che oggi hanno sottoscritto incomprensibilmente l’abbonamento senza rendersi conto che solo lasciare i gradoni vuoti e toccare la proprietà nel portafoglio avrebbe potuto consentire di mostrare rabbia, delusione e sdegno verso chi, dopo mille promesse, si è tirato indietro alle prime difficoltà senza nemmeno chiedere scusa e con uno scenario al momento drammatico.

Signori, tra otto giorni la Salernitana esordirà contro il Cittadella e non abbiamo praticamente nulla. Sottil si è dimesso prima di partire e, al suo posto, è arrivata una brava persona che ha sempre lavorato come vice retrocedendo ad Empoli nell’unica occasione avuta da “primo”. Petrachi, fermo da diversi anni, sta soddisfacendo le esigenze economiche del presidente, si sta confermando un vero aziendalista, ma sul mercato in entrata non ci è piaciuto in pieno. Troppe scommesse, troppi giovani sconosciuti o reduci da retrocessioni (ha ragione Cannella), nessun top player per la categoria e nessun pugno sbattuto sul tavolo per dimezzare il numero di ostacoli che Iervolino e Milan hanno posto sul suo percorso. Se guardiamo l’attuale organico ,ci rendiamo conto che mancano tre difensori centrali, un terzino sinistro, tre centrocampisti (almeno), due esterni offensivi e tre attaccanti. Siamo retrocessi a febbraio, è incredibile non avere nemmeno la formazione titolare a ridosso della prima di coppa Italia. E, lo ribadiamo, in passato è stata indetta diserzione per molto meno e con una Salernitana ben amministrata, in zona playoff e che certo non aveva bisogno di vendere Motoc e Jimenez per far quadrare i conti.

E a chi dice che senza soldi non si cantano messe, ricorderemo fino alla noia che l’odiato “Fabiani“, con un fallimento previsto per il 31 dicembre, portava a Salerno Bonazzoli, Ribery, quel Simy da 40 gol in due anni, Ranieri, Ruggeri, Zortea, Strandberg, Lassana Coulibaly, Obi e Kastanos. Non Gentile, Njoh, Tongya e Dalmonte, con tutto il rispetto. Per non parlare di Milan, passato dalle cene e dai confronti nei club ad una freddezza improvvisa e in linea con l’atteggiamento del presidente dimissionario. A cosa aggrapparsi per immaginare un campionato da protagonisti in questo contesto che sarebbe eufemistico definire caotico? Ci rendiamo conto che si pensa solo a vendere per incassare e che d’improvviso il paracadute non è più un grosso vantaggio per chi retrocede? Si ponga fine quanto prima a questa agonia calcistica, tale da spingere tifosi di vecchia data a spegnere la tv e strappare gli abbonamenti. Nessuno si identifica in questa società, in una squadra che dipende ancora dai capricci di Dia e da un ds che dovrebbe invece minacciare un passo indietro se non avrà la possibilità di lavorare come vorrebbe. Altrimenti Martusciello e Petrachi si rassegnino: si aggiungeranno presto alla lista dei capri espiatori. Mentre le casse societarie conteranno milioni su milioni di entrate.

Fonte tuttoSalernitana

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di Popolo Sportivo

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