Partiamo da un presupposto: la sconfitta di ieri è immeritata e, ancora una volta, la Salernitana raccoglie meno di quanto avrebbe meritato. Nel primo tempo abbiamo visto una buona prestazione e anche dopo lo 0-1 c’è stata una reazione positiva sfociata in almeno quattro occasioni per pareggiare. Lo Spezia, buona squadra, ha sfruttato gli episodi, l’arbitraggio e le palle inattive per confermarsi avversario ostico, cinico e anche piuttosto fortunato. Tuttavia ci sono alcune situazioni che si ripetono e che hanno fatto arrabbiare il pubblico dell’Arechi. A cominciare da questo possesso palla sterile fatto di una marea di passaggi quasi sempre in orizzontale e della scarsa propensione generale a calciare verso la porta. Sarà pur vero che la Salernitana, con il suo 4-3-3 e il pressing a tutto campo, è costantemente nella metà campo avversaria, ma negli ultimi sedici metri si fatica a trasformare la mole di gioco in palle gol importanti. Braaf, Verde e Simy, in diverse occasioni, sono entrati bene in area e si sono liberati agevolmente del diretto marcatore, preferendo però il passaggio all’indietro o lo scarico per il compagno smarcato al tiro verso la porta. Un difetto che la Salernitana si porta con sè dalla prima giornata e che viene sintetizzato da una statistica: appena 5 tiri nello specchio in 95 minuti, troppo poco per chi effettua quasi 580 passaggi e chiude la gara con sei calciatori offensivi in campo e due esterni bassi di spinta.
Ci chiediamo, inoltre: il 4-3-3 è il modulo effettivamente più adatto alle caratteristiche della rosa? Non dimentichiamoci che in estate l’idea originaria era quella di attuare il 4-2-3-1, sistema di gioco nel quale un attaccante fisico ma di movimento e qualità come Torregrossa potrebbe rendere meglio, senza pestarsi i piedi con Simy e con la possibilità di svariare su tutto il fronte offensivo per non dare punti di riferimento come accaduto, ad esempio, a Reggio Emilia. Considerando che di palloni in area ne arrivano pochissimi e che la squadra crossa raramente, forse una soluzione del genere consentirebbe alla Salernitana di essere maggiormente efficace senza specchiarsi in un tiki taka fine a sè stesso. La sensazione è che questa Salernitana sia facilmente studiabile dagli avversari e che bastino poche contromisure per renderla inoffensiva. C’è poi il discorso dei cambi. Con Tongya esterno la Salernitana aveva preso campo e costretto il terzino avversario a restare basso senza quasi mai varcare la metà campo. Poi, dop lo 0-1 e anche a causa di un centrocampo condizionato dalle assenze e dall’arbitraggio, Martusciello è passato al 4-4-2 arretrandogli il raggio d’azione come accaduto col Pisa. Da lì la squadra granata ha perso brillantezza e non è quasi mai riuscita a creare occasioni nitide, anche perchè Verde faticava a trovare la posizione giusta e l’area era costantemente sguarnita.
Fonte tuttoSalernitana