Ha ragione Petrachi quando dice che bisognerebbe fare piazza pulita e mandare via tutti i calciatori per eliminare le scorie lasciate in eredità da una retrocessione sportivamente parlando vergognosa. Mai a Salerno si era toccato un punto così basso, tra un mercato estivo sbagliato da De Sanctis, un Sabatini capace di fare addirittura peggio, quattro allenatori in panchina e l’algoritmo tra i parametri di riferimento per acquistare un calciatore. Ma mandando via i vari Lovato, Maggiore, Dia, Kastanos, Candreva, Gyomber, Pirola, Coulibaly, Legowski, Sambia, Bradaric, Bronn e Simy si risolverà solo una parte del problema. E’ vero, probabilmente al primo passaggio sbagliato verrebbero ricoperti da una caterva di – meritati – fischi. Ieri, del resto, abbiamo visto quanto la piazza sia insofferente quando vede calciatori mediocri indossare la maglia granata dopo aver contribuito in modo decisivo a trasformare il sogno serie A in un incubo fatto di record negativi a ripetizione. La vera “scoria”, però, che non si riesce a mandar giù è il ricordo delle tante promesse di una società che, entrata nel calcio in un momento storicamente complesso per i colori granata, aveva fatto innamorare tutti per promesse incredibilmente belle e un atteggiamento collaborativo, rispettoso, affettuoso e propositivo che non aveva caratterizzato nessuno dei presidenti precedenti. E allora il tormentone ricorrente è sempre lo stesso: possibile che chi prospettava l’Europa, oggi debba far dipendere l’acquisto di un discreto calciatore di B dalle cessioni? Davvero si vuol credere che gli stipendi siano insostenibili in questa categoria? E, se proprio si voleva evitare questo salasso economico, perchè a gennaio scorso non è stato fatto di tutto per alimentare quel sogno salvezza che era lontano appena 2 punti? E dov’era ieri la società mentre qualche tesserato ha avuto addirittura il coraggio di infastidirsi per i fischi dei propri supporters? Caro Petrachi, l’equivoco di fondo non è rappresentato da questo gruppo mai diventato squadra e che trasformò lo spogliatoio in una polveriera, ma da una società che parlava d’amore e sinallagma e che oggi rifiuta il confronto con la stampa locale, con gli ultras, con i club e che non accetta venga usata la parola ridimensionamento. Perchè, pur riconoscendo a Iervolino enormi meriti per un biennio magico e per investimenti senza precedenti, è intollerabile passare dalle stelle alle stalle senza dare una spiegazione, senza dover necessariamente mettere a tacere il giornalista che vuole raccontare i fatti anche a costo di perdere l’esclusiva. Iervolino è stato – giustamente – accolto tra applausi, tappeti rossi e passerelle d’onore ed è per questa gente che dovrebbe uscire allo scoperto e spiegare cosa gli abbia fatto perdere l’entusiasmo, perchè non si investa più e di che morte morirà una Salernitana che, continuando così, rischia di ritrovarsi in quelle categorie che avevamo accantonato grazie a chi ha subito contestazioni su contestazioni, ma oggi meriterebbe soltanto le scuse dei detrattori del web. Quelli che seguivano i sostenitori di loro stessi scappati dalla vergogna dopo un lustro di fake news e teorie deliranti e demenziali. In fondo se urlavamo “Grazie Gravina” non siamo poi così esenti da colpe. E forse fare un ritiro senza acquisti di livello, con un ds fermo, un allenatore che è retrocesso alla sua unica esperienza da primo, Sottil che si dimette, Lovato che alza la voce, Lassana che va via sbraitando, senza addetto stampa e dopo aver dato credibilità a un fondo senza fondi ci fa rendere conto che gli odiati romani non erano poi così male…
◄ Tutte le news
La società si candida ad essere ricordata come la peggiore della storia. Ma in fondo qui si diceva “Grazie Gravina”…
20/07/2024