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Iervolino: “Non incontro i tifosi, basta minacce! Acquistare? Devo prima incassare”
14/12/2023
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Di seguito le dichiarazioni di Iervolino in conferenza stampa:

“Dico subito che mi dispiace tantissimo che io e i tifosi stiamo vivendo un momento di disagio. Siamo ultimi in classifica e questa non è una squadra costruita per stare lì. Abbiamo tanti nazionali, giovani promettenti e ho speso tanti soldi in meno di due anni cercando di essere quanto più presente possibile compatibilmente con altri impegni. Ho sempre avuto a cuore le sorti dei calciatori, almeno tre volte al giorno sono a telefono con i vari dirigenti per sapere cosa accade e cosa si stia facendo dal punto di vista lavorativo. Ho a cuore le loro famiglie, mi informo sul loro stato di salute e su quello dei figli. L’anno scorso abbiamo fatto un campionato importante, stiamo partecipando alla serie A per la terza volta di fila e non meritiamo una squadra che non vuole sudare o che abbia le gambe flaccide. Mi assumo le mie responsabilità, è giusto che il presidente debba mettere la faccia perchè le scelte dei manager e dei giocatori spettano a me. Ma ho comprato calciatori di livello. 10 nazionali, gente dal Nizza, dalla Juve, dal Nizza o dall’Atalanta. Non li ho pescati in Lega Pro. Abbiamo formato il mix tra giovani ed esperti, cercando di rinforzarci in tutti i reparti. L’anno scorso abbiamo chiuso a 42 punti sostituendo, di fatto, due calciatori con altri che ritengo altrettanto forti.

Non mi sembra che la campagna acquisti possa aver generato il disvalore, è chi è rimasto che ha deluso tanto. I problemi si annidano in un ambiente lacerato, purtroppo non riusciamo a creare quella giusta armonia e ci sono delle fazione. Molti calciatori vogliono andare via, non amano la Salernitana. Sono qui ma vorrebbero stare altrove. Abbiamo salari altissimi, cartellini costosi e loro hanno disatteso tutti gli impegni. E’ con loro che dobbiamo lavorare, sono loro che devono assumersi le responsabilità. Se non hanno gioia sappiano che questa rischia di essere la tomba di molti giocatori. Avrò un pugno durissimo con tanti di loro. A gennaio manderò via chi non vuole restare, da ora in poi prenderemo soltanto gente che ha una voglia matta di stare a Salerno, di amare questi colori e questa città e di rendersi disponibili sempre. Qui c’è chi viene sostituito e si lagna, un tutti contro tutti fatto di alibi e questo è un grande problema”.

Poi sulla contestazione e sul post Bologna: “Abbiamo giocato un primo tempo molle, loro hanno approfittato di errori incredibili senza i quali forse sarebbe andata diversamente. Negli ultimi 20 minuti potevamo tranquillamente pareggiarla, le partite non sono un match a punti. Puoi giocare male 90 minuti e poi fare due gol nel recupero come capita a qualche altra diretta concorrente. Ripartiamo dagli ultimi 20 minuti, non li possiamo cancellare dall’analisi generale. Poi c’è stata una grande contestazione. Non voglio ricordare a tutti quello che ho fatto, sarebbe poco elegante e ci ho messo il cuore. Però un bel gruppo di tifosi ha chiesto di parlare con la società. Si è presentato il dottor Milan, non una figura junior ma l’amministratore delegato. Loro volevano me, io ero affranto e provato. Non mi sembrava d’aver mancato di rispetto a nessuno, non era mia intenzione. Ho sempre detto di essere follemente innamorato della città, del pubblico, del loro modo di sostenerci e mi scuso quando le cose vanno male. C’è chi prende acqua e vento in trasferta e torna a casa mortificato. Non mi aspettavo tuttavia gli striscioni: irriconoscenza, striscioni minacciosi, una parte della tifoseria che non rappresenta tutti mi chiede un incontro e di metterci la faccia e umiltà. Secondo me c’è una allucinazione e una confusione diffusa. Nessun presidente ha mostrato più amore. Sono stato qui in punta di piedi senza alzare la voce o chiedere qualcosa in cambio. Non ho mai avuto retropensieri, non ho interessi reconditi a Salerno nè devo proteggere niente. Ho solo dato, non ho da rimproverarmi nulla. Non capisco questi messaggi e non merito di essere apostrofato con offese che reputo minacciose. “Attento, che se non fai quello che ti diciamo quando te lo diciamo reagiamo”: questo è il messaggio. Non accetto compromessi nè violenza, non sarò mai piegato e accondiscendente verso modi di fare che ripudio. Se pensavano di provocare qualcosa a loro favore, hanno commesso un grosso errore. Noi abbiamo bisogno dei tifosi, tutti dobbiamo remare dalla stessa parte”.

Prosegue lo “sfogo” di Iervolino: “Parlo dei giornalisti, ora. Tutti i giorni vedo notizie false che distraggono, disorientano. Leggo che ho parlato con un direttore sportivo, che sto trattando con un giocatore. Non posso smentire ogni giorno le notizie. In un momento così difficile, in cui improvvisamente non piaccio a una parte della tifoseria e me ne farò una ragione, ci deve essere un grosso atto di responsabilità da parte della stampa. Le cose vanno verificate, io invece leggo storture che mi lasciano sbigottito e a bocca aperta”.

Iniziano le domande

Presidente, riteniamo però che non ci siano minacce in quegli striscioni. La tifoseria voleva solo parlare con lei, Salerno è una città civile e aspetta di capire quale sia il progetto sportivo…
“Io invece mi auguro che le persone che la amano la chiamano vigliacco e glielo scrivano sotto casa con uno striscione. Avrà una moglie, un amico o una figlia? E allora per troppo amore le scriveranno offese negli striscioni. Aggiungo: avevo mio figlio che era impaurito, ero provato e stavo lavorando per capire come muovermi. Non incontrerò i tifosi, punto. Chi offende in questo modo non riceverai mai nulla da me. Io sono un uomo gentile e allo stesso tempo molto duro. Sono stato minacciato e non va bene. Chi mi odia non avrà le mie attenzioni, soltanto quelle dei miei avvocati. Devo difendere me, la società e la mia famiglia”.

Ci può dire qualcosa sull’incontro di ieri con Inzaghi?
“Il mister voleva parlarmi, con franchezza e senza altre persone. Non c’è nessuna dietrologia, c’era solo la voglia dell’allenatore di parlare con il presidente. Sorseggiando un caffè, riflettendo sui moduli e del perchè qualche calciatore non stesse performando. Anche io volevo capire alcune scelte. Voleva condividere l’atteggiamento da avere con il gruppo. Gli ho detto di operare facendo scendere in campo chi ha voglia, chi ha cuore, chi tiene alla maglia e vuole sudarla. Senza pensare ai nomi, alle gerarchie, al patrimonio che sta gestendo. E’ libero, ha carta bianca, deve essere totalmente autorevole”.

Interverrete a gennaio?
“Voglio rispondere a tutte le domande in modo franco. Dipende da tante cose. Vediamo quanti punti avremo, chi vorrà venire a Salerno. Non possiamo avere una visione chiara, non sappiamo chi andrà via e come lo farà. Vedremo. E’ evidente che la squadra, soprattutto tra centrocampo e difesa, stia facendo record negativi a ripetizione. E’ certo che ci stiamo pensando, abbiamo individuato qualche identikit in termini di caratteristiche. Progressivamente proveremo a concretizzare qualche trattativa in un mercato difficile come quello di gennaio”.

Parlerà alla squadra?
“L’ho fatto tre volte. Spiegando cosa significhi il senso d’appartenenza. L’ultima volta ho raccontato una cosa: ogni squadra ha in sè il proprio DNA, il Barcellona ad esempio si riconosce per il tiki taka e per il bel gioco. A Salerno si suda la maglia, è un luogo dove vale il concetto della tana delle tigri. Gli avversari nei primi 15 minuti solitamente stavano in apnea all’Arechi. Nel nostro stadio si può anche perdere, è il modo che fa la differenza e che va oltre il risultato. Purtroppo abbiamo tanti stranieri che non hanno neanche imparato la lingua e non vogliono farlo. Qualcuno non mi ha guardato negli occhi e li ho rimproverati. Un presidente gentile, accogliente, che garantisce il decimo posto per salari che deve fare? Se sono duro mi rimproverano, se sono gentile idem. Erano tutti testimoni. Altri, però, mi hanno mandato messaggi d’affetto e mi hanno ringraziato. E la colpa è anche dei procuratori. Se fanno una partita buona ci bussano alla porta, e poi? Oggi pochissimi ci danno una mano, invito gli agenti a collaborare ricordando che questi ragazzi sono super atleti. Noi abbiamo ottimi giocatori che non stanno bene assieme. E’ inspiegabile. Il cambiamento non dipende da me, altrimenti ne manderei via subito una decina. Dobbiamo ora stare insieme, perchè nulla è perduto. Offro a tutti possibilità di recupero: se i calciatori vogliono rimettersi a lavorare sappiano che avranno il mio sostegno. Io voglio che amino la Salernitana, gente svogliata e distratta non sarà più tollerata”.

Quale sarà il budget a disposizione per il mercato?
“Nessun presidente nella storia della Salernitana e nel campionato italiano spende quanto me, se non qualche fondo americano. Evidentemente, se siamo ultimi, li abbiamo spesi male. Sarà un mercato attivo dopo quattro sessioni passive. Dobbiamo incassare più di quello che dobbiamo spendere. Solo dopo investiremo”.

Si riconosce qualche errore?
“Non creerei entusiasmi che possano comportare allucinazioni come accaduto ora. Purtroppo nel calcio è più prudente essere cauti, molto cauti. Altrimenti accade questo. A Salerno ho avuto ottimi allenatori e ottimi direttori sportivi, rifarei le scelte che ho fatto. Io mi sento con tutte le persone con cui ho lavorato, non ho rancori. E’ evidente che il progetto mi vede meno carico e meno motivato. Avrò sempre lo stesso amore e lo stesso rispetto, ma sono spento. Sono umano e, come tutte le persone sensibili, non la sto vivendo bene. I risultati non arrivano, una parte della tifoseria ha deciso di interrompere un rapporto bellissimo e tante cose non funzionano. Ho le spalle larghe, ho sofferto tanto e sono un uomo che ha perso madre, padre e fratello velocemente. Le vere sofferenze sono ben altre. Non mi sarei mai aspettato di vivere questa situazione col pubblico nè questa posizione di classifica. Ma mi rimbocco le maniche, è questa la storia della mia vita. Pancia a terra e lavorare. E’ l’unica cosa da fare per arrivare alla terza storica salvezza”.

Dobbiamo aspettarci molte cessioni e il mercato lo farà De Sanctis?
“Chi vivrà vedrà. Stimo molto il direttore, è una persona che ha dato tanto alla Salernitana. Alcune cose non gli sono riuscite, ma non ha portato gente di C ma da club di prima fascia. Cosa gli volete rimproverare? Non mi sembra che in 104 anni altri dirigenti hanno fatto diversamente. E’ chiaro, però, che se la Salernitana dovesse andare male sono tutti sub iudice. Vendere? I contratti sono totalmente sbilanciati e questa è una mia grande battaglia .Come ti liberi da un contratto in cui la prestazione di lavoro non equivale a quanto t’aspettavi? Loro possono giocare male e non correre ma lo stipendio lo devono percepire. Occorre un sussulto d’orgoglio da parte di questi ragazzi, altrimenti sportivamente parlando saremo la tomba di tanti calciatori”.

Quanto ha intenzione di investire a gennaio e gli acquisti dipendono dalle cessioni?
“Ho risposto 25 volte alla domanda. Questo giornalismo mi spaventa. Dipenderà da quanto incassiamo, da chi vorrà venire. Se le perdiamo tutte e 4 e le altre le vincono chi viene a Salerno? Voglio essere trasparente, ditemi voi cosa devo dire. Che ne so chi verrà, quanto entrerà nelle casse. Come si fa a dirlo ora? Questo è un giornalismo che mi lascia senza parole, non riesco a capire il senso della domanda quando ho già risposto 100 volte. Oggi un calciatore è spaventato a venire a Salerno. Ci sono tantissimi fattori che creano una moltitudine di variabili. Il calcio è complesso”.

Non pensa che il suo atteggiamento possa incidere sulla squadra e inserirà all’interno della società una figura che alza il morale di tutti tipo un direttore generale?
“Ci sto pensando. L’idea di avere un’altra figura va contemplata. Abbiamo figure autorevoli e non voglio contrapposizioni, ma ci sto pensando. Nel calcio dovete sapere che qualsiasi cosa è opinabile. Sei troppo franco e non va bene, ti metti una maschera e ti dicono che non sei leale nè aperto. La scelta più consona per il mio carattere era di mettermi a nudo. Se sono dispiaciuto e penso delle cose sui calciatori mi sento libero di raccontarlo a voi e alla tifoseria. Nessuno si aspettava di vivere un momento del genere”.

Salerno e la Salernitana, decimo bacino d’utenza in Italia. Ha ricevuto offerte per rilevare il club?
“Assolutamente no. Non ho ricevuto proposte da nessuno nè ci sono imprenditori locali che hanno pensato alla Salernitana, nemmeno come sponsor. Non c’è nessuna società locale che si è impegnata nel marketing. I salernitani dovrebbero tirare le somme di tutta questa cosa”.

La questione politica incide sul suo umore?
“No. Deriva dai risultati e dagli ultimi episodi che sono successi a Salerno”.

Alla festa a Piazza della Concordia fu lei a parlare di programmi ambiziosi. Cosa è successo subito dopo per giustificare questo ridimensionamento evidente?
“Ho speso 20 milioni, ho trattenuto il terzo capocannoniere, Cabral è venuto dal Benfica, ho comprato Pirola. Cosa avrei dovuto fare di più? Una squadra come la Salernitana, che perde 30 milioni l’anno, che doveva fare di più? In termini di investimenti ci ho provato in tutti i modi, che poi abbia commesso degli errori è un altro discorso. Trattenere tutti è ridimensionamento? Siamo i decimi per salari, seguendo questo range dovevamo essere ottavi o dodicesimi. Rispetto alla piazza di Salerno, che non è certo Inter e Milan in termini di biglietti e marketing, che dovevo fare? Mica mi sono disimpegnato? Tutt’altro. Purtroppo però nel calcio contano solo i risultato. Se fai una squadra di prestiti, con gente che poi andrà via a giugno, sei una grande persona. Invece chi, per la prima volta nella storia, compra…non va bene! Abbiamo dieci nazionali, poi si perdono le partite e tutto si scioglie come neve al sole. Io ho mantenuto tutti gli impegni, non c’è stato alcuno scollamento e non so cosa sia andato storto tra i calciatori o con il precedente allenatore. Certo, forse dovrei prendere più ragazzi italiani che stranieri”.

Si può rigenerare il suo entusiasmo?
“Certo, ho capacità di rialzarmi. Devo solo dosarlo, altrimenti prendo critiche e dicono che sono troppo ottimista. Oggi dobbiamo essere saldi in sella, credere nella squadra, abbiamo 4 partite prima della fine del girone d’andata e non siamo matematicamente retrocessi. La salvezza è a -4, inviterei a non vedere sempre tutto nero. E ci deve girare anche un po’ meglio, quest’anno sembra che tutte le cose negative si concentrino sulla Salernitana. Compresi i pali e i torti arbitrali eclatanti. L’avversario la butta dentro appena tocca palla, guardate il rapporto tra tiri fatti e gol da parte delle altre: percentuale altissima, roba da non credere e che ci lascia senza parole. Mi auguro che in futuro vada meglio”.

Visto che tante cose non vanno bene e non sono andate secondo le sue aspettative, sta pensando ad un passo indietro?
“A me piacciono le battaglie difficili. Quelle che si possono anche perdere. Voglio morire con la spada in mano, non ho paura. Anzi, sono ritemprato. Sfida difficile, ma voglio combattere”.

La Salernitana è in vendita?
“Non ho mai pensato di abbandonare, sono abituato a vivere nelle difficoltà. Ho tante cicatrici, tante sofferenze e sono sempre ripartito perchè ho la scorza dura. Non ho detto che da oggi la Salernitana è in vendita, ho detto che potrei darla a mani migliori”.

Incontrerà il Centro di Coordinamento?
“Assolutamente no”.

Ha investito molto, forse ha investito male. De Sanctis perchè è rimasto qui?
“Che sia ben chiaro: De Sanctis è un mio dipendente. Questa è un’azienda verticale, con me a capo. Io non devo nulla a lui e tutti devono a me. E’ certo che a giugno, quando abbiamo finito il campionato, mi ero entusiasmato per i suoi acquisti. E sono gli stessi giocatori che scendono in campo ora. Oggi i risultati sono diversi, è evidente che non sono contento e gliel’ho detto. Questo è il calcio. Ma da qui a dovermi giustificare o dover giustificare loro ce ne passa. Conta quello che vedo, il rettangolo verde è sempre il giudice. A bocce ferme mi sembrava una buona Salernitana, prendo atto di essermi sbagliato e sono il primo a perderci. Sono disilluso, mortificato, dispiaciuto. Nel calcio capita anche questo, ma nulla è perduto”

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