Il pareggio ottenuto ieri a Torino ha lasciato in eredità una incomprensibile sensazione di malessere all’interno degli ambienti del tifo granata. Chiacchiericcio social, in verità. Visto che ultras e tifosi hanno sostenuto la squadra per 90 minuti applaudendola per l’impegno profuso invocando l’apporto di ciascuna componente per credere in una impresa che sarebbe straordinaria quasi quanto quella della stagione 2021-22.
Chi mastica un po’ di calcio sa perfettamente quanto sia difficile preparare una partita con una situazione costante d’emergenza, con continue novità sul fronte mercato e con giocatori costretti a gestirsi per tutta la settimana per evitare ricadute. Contro questo Torino, capace di asfaltare il Napoli e di fare grandi cose tra le mura amiche, fare 0-0 annullando campioni come Vlasic e Zapata è tanta roba.
Zero gol al passivo, un solo tiro in porta subito, una chance enorme per Dia e il solito errore arbitrale che si aggiunge alla ricca collezione. Chi sottovaluta la problematica non vuole bene alla Salernitana: quello che stiamo vedendo quest’anno non lascia spazio alle interpretazioni, è vergognoso che le giacchette nere replichino alle legittime esternazioni di Iervolino con direzioni ancora peggiori di quelle pre intervista del patron. A che serve il VAR? Si usa la tecnologia solo a danno dei granata? Perchè il fallo di mano in area è rigore per tutti tranne che per la Bersagliera? Inspiegabile, scandaloso.
Così come sono inspiegabili le critiche a Filippo Inzaghi. L’attuale guida tecnica ha ereditato a fine settembre una situazione complessa, ha dovuto risollevare il gruppo sul piano fisico e su quello mentale, ha trovato un ambiente del tutto sfiduciato ed era affiancato da un direttore sportivo delegittimato dalla società e che, con i suoi errori, gli aveva consegnato un organico non adatto alla categoria.Anche Sabatini non era stato particolarmente rassicurante nel corso della conferenza stampa di presentazione. Tuttavia, ad oggi, la Salernitana di Inzaghi ha recuperato un punto sulle dirette concorrenti, ha segnato in quasi tutte le partite, ha in campo calciatori destinati all’addio e oggi protagonisti assoluti, corre fino alla fine, suda la maglia, combatte su ogni palla ed esprime un bel gioco. O avete già dimenticato le gare con Lazio, milan, Juventus, Napoli e Roma nelle quali la Salernitana a tratti ha spadroneggiato?
Senza dimenticare il 2-2 di Reggio Emilia col Sassuolo, la vitale vittoria sul Verona, il finale di spessore col Bologna, l’ora di gioco di livello sul campo dell’Atalanta, il buon derby d’andata con il Napoli deciso da errori arbitrali clamorosi, la reazione d’orgoglio col Cagliari. Siete davvero convinti che dando questa rosa a un altro mister ci sarebbero stati risultati e atteggiamenti diversi? Più tifo, meno allenatori da tastiera.E, a tal proposito, ci chiediamo: che fine hanno fatto i tifosi della Salernitana? Possibile che una gara così importante non spinga la gente a fare la coda per acquistare il biglietto? Dove sono i 30mila che cantavano a suon di selfie in diretta dall’Arechi nelle ultime gare dell’annata 2021-22? Se per la sfida con l’Empoli non raggiungessimo le 20000 unità, ci sarebbe da farsi un bagno d’umiltà a tutti i livelli rassegnandoci all’idea che siamo una piazza normalissima con uno zoccolo duro straordinario per passione e calore ma con un seguito in costante calo. Stavolta gli assenti avranno torto.
Perchè Sabatini ha fatto un lavoro notevole in 15 giorni in situazioni difficili, perchè la proprietà ha comunque dato tanto in due anni, perchè c’è un allenatore con un cuore grande così e perchè vedere Candreva, Ochoa e Boeteng con la maglia granata è motivo d’orgoglio. Chi la ama, la segua. Senza scuse, senza critiche inutili, prendendo le distanze da questi maledetti social che consentono a falliti di professione di pontificare dall’altare del nulla. La Salernitana è una cosa seria e può ancora salvarsi. Per farlo occorre l’aiuto della gente, non un Arechi mezzo vuoto.