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Djuric, il vero rimpianto granata. Voleva tornare, ma “non ci serve”
14/05/2024
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Per i soliti esperti del web, era  semplicemente un calciatore molto alto e che prendeva tanti palloni di testa per far salire la squadra palesando limiti tecnici limitanti per chi gioca nel campionato di serie A. Per chi, invece, guardava le partite della Salernitana con attenzione e senza pregiudizi, si trattava di un elemento imprescindibile. Per carisma, per carattere, per attaccamento, per condizione fisica, per senso d’appartenenza, per questioni tattiche, anche per la capacità di esaltare tutti gli attaccanti che lo affiancavano e per quei 6-7 gol a stagione che aggiungono punti alla classifica.

Del resto lo score parla chiaro: nel 2019 fu importantissimo per raggiungere la salvezza, con un allenatore “giochista” come Ventura segnò 15 reti, è stato decisivo per il salto di categoria e in A ha dato un contributo notevole per l’impresa del 7%. E vedere Milan Djuric che segna e fa la differenza a Monza aumenta il rammarico per ciò che poteva essere e non è stato. Perchè oggi uno dei più grandi esperti di calcio come Adriano Galliani lo elogia dopo averlo acquistato sborsando quasi 3 milioni di euro, mentre a Salerno si decise di non rinnovare il contratto per una questione di pochi euro perdendolo a zero. E, nelle due sessioni successive di mercato (e su indicazione di Nicola), il Verona lo ha proposto in via ufficiale alla Salernitana. Lo staff tecnico era d’accordo, Iervolino avrebbe ricucito volentieri lo strappo, però la dirigenza decise di fiondarsi su altri profili ritenendolo – per caratteristiche – non idoneo al gioco della Salernitana. E anche la scorsa estate, nell’ambito della trattativa Bonazzoli, la dirigenza scaligera ebbe modo di parlarne con la società granata prospettando uno scambio di prestiti. Niente da fare, si dovevano valorizzare Ikwuemesi e Stewart che sono stati un flop clamoroso.

E, in una squadra spesso senza gioco e senza idee, quanto è mancato il punto di riferimento offensivo in grado di far gol, di fare reparto da solo, di fornire assist e sponde ai compagni, di aiutare sulle palle inattive a favore che non è roba da poco per una Salernitana che incassa mediamente due reti a partita. Non c’è che dire: la retrocessione attuale ha radici molto profonde.

Fonte tuttosalernitana

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di Popolo Sportivo

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