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Dal sinallagma al silenzio: Iervolino, quale futuro per la Salernitana?
27/02/2024
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Proviamo a riavvolgere il nastro e torniamo al gennaio del 2022, quando Danilo Iervolino rilevava la società evitando la cancellazione dal campionato di serie A e regalando un Capodanno di gioia all’intera tifoseria granata. Ciò che colpì nella sua conferenza stampa di presentazione non fu tanto (o solo) la promessa di investire tanto per cercare di salvare una squadra con un piede in serie B, ma anche e soprattutto la voglia di creare un rapporto “osmotico” con la piazza in nome di un “sinallagma” d’amore testimoniato dalla costante presenza al fianco dei calciatori e sotto la curva Sud. Un amore a prima vista, reciproco, sfociato in investimenti, due salvezze strepitose, acquisto di atleti che avremmo potuto vedere solo sull’album Panini fino a qualche tempo fa e promesse in totale buona fede frutto dell’entusiasmo e della consapevolezza di avere mezzi economici importanti e una tifoseria, alle spalle, che poteva essere il traino decisivo per superare ogni limite.

Improvvisamente c’è stato un dietrofront, come se fossero passati decenni dai proclami di “una Salernitana subito dietro le big seguendo il modello Atalanta e Sassuolo e puntando all’Europa in 3-5 anni”. Già da mesi vediamo una proprietà distaccata, disincantata, meno incline ad incontrare la tifoseria e che parla poco con i giornalisti se non delegando professionisti assolutamente rispettabili ma….dipendenti e non presidenti.L’ultimo posto di oggi rischia di essere, nella sua drammaticità sportiva, il problema meno grave. Perchè tutti chiedono al patron non di esonerare Liverani, di garantire uno squadrone in caso di B o di blindare un totem come Sabatini ma di uscire allo scoperto per fare chiarezza. Certo, qualche striscione ha colpito un presidente che non merita le offese dei social (antica piaga da debellare) e che, abituato a un altro “mondo”, forse mal digerisce le critiche contrariamente – ad esempio – al suo predecessore. Uno bacchettato per 10 anni e che ha risposto vincendo tutto quello che poteva vincere.

Cosa succede in caso di B? Quanto la vicenda stadio ha inciso? Perchè non c’è più quella luce che brilla negli occhi della dirigenza granata che, tuttora, ha le potenzialità per fare grandi cose? Ognuno è libero di agire come vuole, ci mancherebbe, ed è recente una intervista a livello nazionale nella quale Iervolino parlava contro il “sistema” a tutela della Salernitana. Con coraggio e la rabbia di chi certo non vuol retrocedere. Tuttavia alcune cose cozzano con quanto vedevamo in passato. Sentir parlare di “cedere prima di acquistare” all’indomani di una vittoria preziosa come quella di Verona che portava la Salernitana a -2 dalla salvezza è in controtendenza rispetto a un presidente che, lontano dalla zona salvezza, spendeva 20 milioni in 10 giorni. E quel progetto giovani, con Daniliuc e altri mandati via e i prestiti di gente ferma da una vita?

Ripercorrere quanto accaduto quest’anno sarebbe quasi stucchevole, la cronologia è nota. Sousa che “avverte” tutti sul valore della rosa, mercato tardivo condizionato dalla vicenda Dia, De Sanctis tardivamente esonerato, Inzaghi che va a Roma a parlare col patron senza ds, Sabatini che delegittima il tecnico nella sua prima conferenza senza coinvolgerlo a dovere a gennaio sulle entrate e sulle uscite e, soprattutto, il silenzio il Iervolino e le dichiarazioni costantemente contraddittorie di altri.All’Arechi, sabato, c’erano 20000 persone. 2000 erano a San Siro, 5000 a Roma, 4000 in curva per un allenamento il giovedì alle 15. Questa gente, quella che ha dato un contributo importante nel conseguimento della doppia salvezza e che spinse Iervolino a investire “perchè mi ha commosso il loro orgoglio, la loro passione e la scelta di essere il dodicesimo uomo nonostante tutto” merita spiegazioni. Ha diritto di sapere verso che direzione si vada.

Una conferenza stampa serena, con assunzione di responsabilità, spiegazioni concrete e un dialogo con giornalisti ed eventualmente tifosi potrebbe essere utile. A ristabilire un clima sereno, a cadere tutti insieme in piedi con la consapevolezza che ci si potrà rialzare. Ad accettare, eventualmente, un disimpegno che “oggi non è in agenda” ma “tutto è vendibile”. E’ nell’interesse di tutti parlare con chiarezza. La B è la cosa che spaventa meno.

fonte TuttoSalernitana

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di Popolo Sportivo

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