Una sconfitta immeritata, un’altra beffa al 90′ dopo quella del 22 dicembre scorso contro il Milan. La Salernitana torna a casa con zero punti, ma gli applausi dei 23mila tifosi che hanno assistito alla partita contro la Juventus. Nonostante l’emergenza, il tecnico Filippo Inzaghi è riuscito a preparare benissimo la gara leggendola con intelligenza anche dopo l’espulsione di Maggiore.
Non è un caso che,sull‘1-1, sia stata proprio la formazione granata ad andare vicina al vantaggio, con Bradaric e Simy che hanno messo a dura prova la retroguardia bianconera e qualche ripartenza che poteva essere sfruttata meglio. E’ innegabile, tuttavia, che la Salernitana targata Inzaghi sia a tratti gradevole e ben organizzata.
Ad ora, fatta eccezione per la gara di Firenze e per i primi tempi con Genoa e Bologna, i campani hanno spesso giocato meglio dell’avversario raccogliendo meno di quanto seminato, tra legni (Salernitana seconda in questa speciale classifica, alle spalle dell’Atalanta) e torti arbitrali che ieri la dirigenza ha denunciato pubblicamente dichiarandosi pronta a dare battaglia.
Il rosso a Maggiore ha fatto discutere (il secondo fallo nasce da un intervento dubbio di Rugani su Simy), così come il giallo di Gatti per il fallo su Legowski. Spesso il fermo immagine può dare una visione parziale della realtà, tuttavia l’intervento del difensore ospite è durissimo e il centrocampista poteva farsi male.
E’ nel complesso, però, che la Salernitana ha da recriminare con le giacchette nere: dal 2-2 della Roma all’esordio viziato da un errore dell’assistente al rigore negato in casa col Torino passando per il fallo di mano di Pinamonti a Reggio Emilia, lo 0-1 del Napoli in fuorigioco, l’1-2 del Cagliari che andava annullato e una direzione non sufficiente a Lecce, con rosso mancato a Banda e un rigore generoso fischiato ai padroni di casa. Nessun alibi, ci mancherebbe, ma in una stagione ad ora storta pare che anche la dea bendata stia voltando le spalle alla formazione di Iervolino.
Anche il presidente ha le sue responsabilità, ovviamente. Perchè la panchina corta ha determinato in larga parte la sconfitta di ieri. Inzaghi, di fatto, aveva a disposizione solo tre centrocampisti (uno con l’influenza, due reduci dalle fatiche di coppa), un reparto offensivo che sta facendo fatica e qualche giovane di belle speranze che certo non poteva cambiare le sorti del match.
In una settimana ci si sarebbe aspettato qualcosa in più dalla società che, invece, ha ceduto un big, messo in discussione un allenatore bravo e agevolato indirettamente il compito dei bianconeri nel doppio confronto. Ad ora si giocherebbe il derby di Napoli senza Gyomber, Pirola, Kastanos, Dia, Cabral, Coulibaly, Bohinen e Maggiore: otto potenziali titolari.
E, rispetto a questa situazione, non c’è arbitraggio che tenga: la classifica è corta, la Salernitana gioca bene, ha un tifo che negli scontri diretti può fare la differenza e un organico non certo inferiore alle dirette concorrenti. Non intervenire in tempo per rinforzare l’organico sarebbe un inspiegabile autogol. C’è tempo…ma non si perda tempo.