Quando il destino si accanisce, c’è davvero poco da fare. Tre anni fa, proprio alla vigilia della partita decisiva per la promozione in serie A che aspettava da tempo e con trepidazione, ci lasciava Fulvio De Maio, indimenticato ex portiere granata e stimato opinionista amato da tutti per la sua simpatia e per la capacità di raccontare il calcio con competenza, travolgente entusiasmo e allo stesso tempo con l’innata capacità di sdrammatizzare.
Un’ ironia fine, un amore smisurato per la maglia granata e per quella tifoseria che volle ricordarlo nei giorni successivi dedicandogli striscioni e stendardi. Non è retorica dire che Salerno non è più la stessa e che abbia perso un pezzo di storia. Ancora oggi la morte di Fulvio è una ferita apertissima nel cuore dei familiari, degli affetti più cari, dei colleghi che hanno condiviso con lui un percorso di vita, di migliaia e migliaia di persone a cui faceva compagnia ogni domenica pomeriggio e che, di tanto in tanto, si intrattengono sul web a caccia di video divenuti in breve tempo virali. I botta e risposta con l’amico fraterno Mariano Turco, le discussioni accese con Peppino Manzo, quell’ultimo intervento televisivo in cui invitava tutti a mettere da parte rancori e polemiche “perchè stiamo facendo un grande campionato e queste persone ci stanno portando in serie A, io sono felice e dico forza Salernitana”.
C’è chi assicura che la sua schiettezza abbia spinto qualcuno a prendere le distanze, preferiamo non crederci: la forza di Fulvio è sempre stata la sua grande onestà intellettuale, la capacità di parlare di tutto e di tutti senza giri di parole e sempre per amore della Salernitana. Sarebbe bello esporre uno striscione in suo ricordo in tutte le partite casalinghe della Salernitana, a dicembre ci fu invece una lodevole iniziativa organizzata dai club Mai Sola e Spartani Salernitani per raccontare anche alle nuove generazioni chi sia stato e cosa abbia dato alla causa granata.
Fulvio ci manca e chi vi scrive ebbe modo di parlare con la famiglia dieci minuti dopo il rigore realizzato da Tutino col Pordenone, quando non ebbe la forza di rispondere al telefono ma era emozionato come un bambino per l’imminente ritorno in A dei granata. Siamo certi che, in qualche modo, anche ora è vicino alla squadra. Oggi come tre anni fa, caro Fulvio, possiamo dire che senza di te “stamm nguaiat“.