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Via De Sanctis, arriva Sabatini. E ora si scommette sul 7%…
22/12/2023
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E alla fine l’attesa rivoluzione è arrivata. Tardiva? Forse. Necessaria? Assolutamente sì. Del resto era fin troppo evidente che, al netto di un budget risicato per il mercato estivo e della scelta di puntare sulle scommesse e non sulle certezze, l’oramai ex direttore sportivo De Sanctis fosse agli sgoccioli della sua esperienza all’ombra dell’Arechi. Certo, l’anno scorso gli abbiamo riconosciuto una parte del merito per una bella salvezza, pur contraddistinta dal rapporto altalenante con mister Nicola e da un carattere forse troppo freddo per una piazza passionale come Salerno che ama essere trascinata e coinvolta. Tra giugno e settembre, però, è accaduto praticamente di tutto e le responsabilità del direttore sportivo erano palesi. 27 milioni di euro per una difesa che ha subito 100 gol in meno di un anno e mezzo: clamoroso. Con Sambia strapagato e puntualmente bocciato, Lovato inserito nell’ambito dell’operazione Ederson e la scelta di non puntellare la retroguardia pur con le precise indicazioni di Paulo Sousa.

Aggiungiamo l’assenza di un vice Bradaric da 18 mesi, il livello del centrocampo, la gestione del caso Dia, il silenzio rispetto a torti arbitrali palesi e un atteggiamento forse troppo guardingo rispetto alla polveriera di uno spogliatoio che aveva bisogno di un sergente di ferro. Ovviamente ci auguriamo che Sabatini non sia scelta atta a placare l’ira di una piazza pressante, a volte capace di passare da un eccesso all’altro in un amen, ma di certo non violenta nè minacciosa. Iervolino rappresenta Salerno, non una realtà di pochi abitanti e pochi tifosi, e deve mettere in preventivo critiche e giudizi accettandoli con serenità e cercando di instaurare un rapporto basato sul dialogo. Riprendere Sabatini dopo la telenovela del giugno del 2022 è un primo passo, anche intelligente, ma il ds non ha la bacchetta magica e va messo nelle condizioni di operare.

Si vuole cedere Dia? Ok, è telenovela che ha stancato! Si pensa di mandar via Mazzocchi? Per quanto visto negli ultimi mesi non sarebbe un dramma. E se la Roma offre davvero 7-8 milioni per Pirola sarebbe assurdo non farci un pensierino. Però non sia un mercato di soli introiti. Siamo in A, le altre pare ci aspettino e abbiamo tutti una gran voglia di scommettere ancora sul 7% e di vivere una seconda parte di stagione in simbiosi con la squadra. Certo, si legge il calendario e ci si chiede: fossimo noi nel presidente spenderemmo una barca di soldi col rischio di trovarsi a metà gennaio a -8 o -9 dalla quartultima? Forse attueremmo tutti il piano B. Purtroppo. Ma Sabatini è sinonimo di garanzia e chissà che non possa essere in grado di portare in granata gente di spessore a costi giusti col suo enorme carisma. Al resto penseranno i tifosi. Quelli che non chiedevano la salvezza a tutti i costi, ma che pretendevano atteggiamenti diversi. Se la squadra non ha voglia di onorare la maglia, nessuno sia trattenuto controvoglia. Gli eroi del 7%, quelli delle lacrime di Empoli e del 2-1 sulla Fiorentina davanti a 30mila spettatori, insegnano che il pubblico vuole il cuore e la maglia sudata, non il risultato. Ed è proprio il cuore che è mancato ad un gruppo mai diventato squadra.

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di Popolo Sportivo

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