Quando si attribuivano voti molto alti al mercato condotto da Petrachi, restavamo francamente esterrefatti. Nessuno ha dimenticato in quali condizioni abbia dovuto lavorare il direttore sportivo, costretto a interrompere trattative importanti virtualmente chiuse (Coda, Vandeputte, Curto, Palumbo) su indicazione di una società rimasta con la speranza di cedere e che, fino a inizio luglio, lo spingeva a parlare con gli esponenti della Brera Holdings. E nessuno disconosce professionalità, appartenenza, senso del dovere e anche tanta, tanta, tanta pazienza. In pochissimi, al suo posto, avrebbero retto una situazione obiettivamente parlando anomala e assai più complessa di quella che aveva immaginato al momento della firma. Era evidente, però, che il giudizio andava suddiviso tra due “materie”. Almeno un 8 per la capacità di “bonificare lo spogliatoio”, di cedere quasi tutti i giocatori in esubero e di puntare su gente affamata e motivata, in grado di sudare la maglia e di riportare la gente dalla propria parte. Poi però c’è il campo e, ad oggi, a stento si raggiunge la sufficienza. Considerando che la Salernitana ha comunque il quinto monte ingaggi della categoria, probabilmente si poteva far meglio anche con il risicato budget a disposizione. Partiamo dai big, o presunti tali. Ad oggi Ghiglione (triennale da 400mila euro, forse l’unico modo per convincere la Cremonese a prendersi Bonazzoli a titolo definitivo), Hrustic e Torregrossa sono due flop. Stesso discorso per Soriano, reduce da un anno di inattività ma ormai da tre mesi stabilmente in gruppo. Per ora contributo da minimo sindacale, nessuna giocata decisiva e una media voto inferiore alla sufficienza. E, se proprio volevi scommettere su un potenziale crack per la categoria ma con tante incognite dietro, non era necessario puntare su un Adelaide costantemente infortunato e che, da agosto ad oggi, ha visto più l’infermeria che il rettangolo verde. Bocciatura anche per Tello (in involuzione da tempo), Velthuis e Dalmonte, mentre Braaf e Kallon hanno svanito l’effetto sorpresa e stanno facendo fatica. In fondo entrambi erano stati sopravvalutati dopo una buona partenza, con tifosi e addetti ai lavori che dimenticavano venissero da un biennio negativo. Sta iniziando ad ingranare Verde. Niente di eccezionale e qualche 5 anche per lui, ma sussiste il dubbio sulla correttezza della collocazione tattica. E se l’attacco vede in Simy quello che ha segnato di più, allora è legittimo nutrire perplessità su qualche operazione in entrata, visto che tra i giovani non brilla affatto neppure Wlodarckyz, ieri da 4,5 senza rigore conquistato più per demeriti altrui che per meriti propri. Si sono rivelate mosse giuste, invece, Amatucci e Tongya, quest’ultimo di proprietà. Si può lavorare su Njoh, bene invece Ferrari che era usato sicuro che Petrachi aveva virtualmente preso già prima dell’inizio del campionato. La Lazio e Fabiani, invece, hanno garantito introiti milionari fino al 2026 con gli acquisti di Tchaouna e Dia dirottando a Salerno un giovane interessante come Ruggeri che, forse, non è inferiore a Bronn.
◄ Tutte le news
Soriano, Torregrossa, Ghiglione: quanti flop tra i volti nuovi. Per ora bocciato il mercato estivo
04/11/2024