Non c’era certo bisogno della partitaccia di stasera per rendersi conto che può attribuire nove a questo calciomercato soltanto chi vive su un’altra dimensione. O davvero si pensava che Gentile, Kallon, Velthuis, Njoh, Tello e il centravanti polacco potessero essere elementi determinanti? Evidentemente gli attuali rappresentanti della Salernitana suscitano simpatia, visto che si dà fiducia a prescindere anche quando arrivano calciatori fermi da un anno o reduci da infortuni seri e/o numerosi. Non a caso l’infermeria è affollata sin dalla prima settimana di ritiro. Non ci voleva il ko contro un Mantova mediocre e monotono per rendersi conto che questa difesa è un colabrodo e necessitava di due rinforzi di livello anche in caso di permanenza di Daniliuc. E poi il centrocampo, un pianto greco. Il povero Amatucci cantava e portava la croce predicando nel deserto. Sono due reparti che necessiterebbero di rinforzi immediati e, se proprio due mesi e mezzo di lavoro non sono bastati per colmare le lacune, si attinga dagli svincolati. Il discorso di fondo è quello che riguarda l’obiettivo. Se, come logica imporrebbe, si chiede di lottare da subito per la A in un campionato mediocre e dopo incassi da 50 milioni di euro, allora il mercato è da 5 (per essere generosi) e si deve pretendere di più da Petrachi. Se invece ci accontentiamo dei conti a posto, di un nuovo presidente che segue la squadra ma non ha potere decisionale sul budget e di una salvezza tranquilla, allora ok. Ma significa davvero essere in confusione. Perchè chi prometteva la zona sinistra, Cavani e Mertens oggi non può parlare di “grossi sacrifici economici” e “squadra molto competitiva” se ti presenti alla quinta gara ufficiale con un quartetto difensivo formato – con tutto il rispetto – da un ex Fiorenzuola, da un centrale certo non superiore a tanti calciatori della nostra Lega Pro o un terzino sinistro arrivato dalla serie C francese. E improvvisamente Hrustic (mai utilizzato dal Verona), Kallon (fischiato a Bari) e Torregrossa (quanti gol ha fatto negli ultimi 3 anni?) sono diventati i salvatori della patria. Poi si leggono i nomi di coloro che attribuiscono voti alti al mercato e si capiscono tante cose. Quelli dell‘ “andate a mare tanto ci salviamo” e che pensavano che i contestati romani (ad oggi i migliori) non potessero andare in A. Ecco, aver sottovalutato tante cose è una colpa della piazza che oggi si paga a caro prezzo. Se il tifoso vuole essere convinto che sia una rosa competitiva, liberissimo di sognare. Poi la realtà parla di due sconfitte contro SudTirol e Mantova e di una vittoria in casa col Cittadella con un’autorete al 95′. Ma se incasso 50 e spendi uno, cosa vuoi pretendere? E basta con questa storiella del poco budget a disposizione. Se un dirigente, legittimamente, accetta e fa una scelta diversa da quella di Sottil, si assume le sue responsabilità. A oggi la Salernitana ha la peggior difesa, ha perso la metà delle partite e deve schierare calciatori fuori ruolo. Mancano, inoltre, un difensore centrale forte, due centrocampisti e una punta. Limiti non colmati dal mercato estivo. Sogliano ha fatto il miracolo vero o chi, con trust e spada di Damocle del 31-12, portò Ranieri, Ruggeri, Zortea, Kastanos, Lassana Coulibaly, Strandberg, Bonazzoli, Obi e Ribery. Per fortuna ora c’è una sosta che può consentire all’allenatore (che oggi, come a Bolzano, ha tante colpe) di amalgamare il gruppo e integrare gli ultimi arrivati. Vogliamo sperare che, con Ferrari, Stojanovic, Jaroszynski e Torregrossa dall’inizio e il recupero di Soriano e Ghiglione possa essere un’altra storia. E poi in casa c’è il pubblico. Quello che ha fatto vincere due partite interne a una squadra col cuore, ma enormi limiti.
Fonte tuttoSalernitana