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Le legittime dichiarazioni di Inzaghi e un lavoro sottovalutato dalla piazza
26/03/2024
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Il calcio, per antonomasia, è quell’argomento del quale possono parlare davvero tutti. Legittimo, ci mancherebbe: siamo in democrazia, non esiste una verità assoluta e il bello di questo sport è rappresentato proprio da vedute diverse che alimentano il dibattito e stimolano la discussione. A patto, però, che si facciano analisi intelligenti, costruttive, in totale onestà intellettuale e senza prescindere dai fatti e dai dati oggettivi. Stiamo leggendo un po’ ovunque commenti piuttosto severi nei confronti di Filippo Inzaghi, “reo” di aver rilasciato qualche giorno fa alcune dichiarazioni attraverso le quali negava la possibilità di tornare a Salerno per guidare la squadra nel prossimo campionato di B. Va sottolineato, tuttavia, che l’ex trainer granata non ha fatto alcun tipo di polemica, semplicemente ha risposto alla domanda di un collega riferendosi alle esternazioni dell’amministratore delegato.

Ascoltare le parole della dirigenza dopo il no secco al rinnovo del contratto, è stato piuttosto spiazzante per un allenatore che avrebbe avuto una voglia matta di riprendere il discorso interrotto dopo l’ingiusto esonero di un mese e mezzo fa. Il modo migliore per lavorare da subito sulla testa dei calciatori spronandoli a chiudere l’annata con dignità e, chissà, convincendo qualche top a restare a Salerno anche per la stagione successiva al fine di trasformare una grande delusione in un riscatto immediato e nella pronta risalita della Salernitana in serie A. Se pubblicamente si dice che “Inzaghi ha lavorato benissimo, è un bravo allenatore, un grandissimo uomo di sport col quale c’è sempre stato un rapporto di correttezza per il quale le porte saranno sempre aperte” e poi si nega il rinnovo immediato, è assolutamente “umano” rispondere in quel modo. Anche perchè una presa di posizione pubblica da parte della proprietà sarebbe stata opportuna soprattutto quando Sabatini, appena arrivato e non ancora operativo, lo bocciò in conferenza stampa alla vigilia di una trasferta delicatissima come quella di Verona. Ultima vittoria della Salernitana, ottenuta senza quei calciatori che poi ha portato successivamente e che hanno reso poco o nulla.

Se Inzaghi avesse davvero avuto intenzione di fare polemica per scaricare su altri la responsabilità, avrebbe potuto alzare la voce – ad esempio – nelle prime tre settimane di mercato, quando una rosa debole tecnicamente e numericamente si giocava scontri fondamentali con Sambia a centrocampo, Bronn mezzala e un parco attaccanti non propriamente eccelso per la categoria. Al punto da dover reintegrare Simy che era stato fuori rosa fino a fine ottobre.

Invece, da persona esperta e di calcio, l’ex trianer di Benevento e Reggina ha gettato acqua sul fuoco, ha caricato i giocatori maggiormente in difficoltà, ha elogiato il pubblico di Salerno spingendo per una sessione d’allenamento a porte aperte, non ha battuto ciglio quando servivano giocatori pronti e invece si preferiva puntare su gente di nome, con un grande passato, ma che faceva fatica sul piano atletico. E fu altrettanto legittimo e “umano” puntualizzare una serie di cose quando il DG Sabatini si scusò pubblicamente nel giorno della conferenza stampa di presentazione di Liverani. Per la serie “ti assumi le responsabilità, ti scusi, ammetti che il mercato è stato sbagliato e mi mandi via lo stesso restando al tuo posto?”. Chi non avrebbe avuto una reazione del genere? Chi avrebbe accettato di tornare con una squadra quasi retrocessa, con lo stesso dirigente al timone e senza avere una minima garanzia per il futuro?

A mente fredda, lo ribadiamo, sarà più semplice riconoscere i giusti meriti ad un allenatore che ha ereditato una situazione estremamente complessa proponendo un calcio interessante. Fatta eccezione per i primi tempi con Genoa e Bologna e per la trasferta di Firenze, la sua Salernitana ha ben figurato contro chiunque, su tutti i campi, in emergenza e mettendo sotto quasi tutte le big come certificato dalla vittoria sulla Lazio e dal 2-2 col milan prima di Natale. E chi più di Inzaghi, che aveva dato indicazioni diverse e meno onerose in chiave mercato (altre operazione alla Pierozzi, per intenderci), avrebbe meritato di guidare la Salernitana nelle precedenti gare alla portata e decisive in ottica salvezza? Lui che, pur avendo vinto tutto in carriera, esultava dopo un gol con le lacrime agli occhi e un entusiasmo contagioso? Senza dimenticare che stiamo parlando di un professionista che, in B, ha fatto la differenza facendosi apprezzare ovunque soprattutto per le sue doti umane e da trascinatore.

FONTE TuttoSalernitana

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di Popolo Sportivo

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