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Le ingiuste lamentele del Sassuolo e la memoria corta: e il mani di Pinamonti all’andata?
07/04/2024
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Il Cagliari all’andata, il Sassuolo ieri. Fa davvero specie che gente d’esperienza del calibro di Ranieri (che preferì non parlare) e Carnevali si aggrappi all’alibi dell’arbitraggio per giustificare un pareggio subito in rimonta e in zona Cesarini sul campo dell’ultima della classe. Fossimo nei dirigenti neroverdi, ci preoccuperemmo della prestazione a tratti pessima della squadra, tra le peggiori in assoluto viste all’Arechi e in gol esclusivamente per clamorosi errori individuali da parte dei difensori granata.

Se prendi due gol da una formazione retrocessa, in uno stadio semivuoto e che fischia i giocatori, rischiando addirittura la beffa nel finale e con una serie di errori tecnici gravi per la categoria e te la prendi con Sozza, allora c’è poco da fare. E’ colpa dell’arbitro se il Sassuolo è penultimo in classifica, non vince in trasferta da mesi e, tra andata e ritorno, becca 4 gol dalla Salernitana?A proposito del match d’andata, strano che nessun tesserato del Sassuolo abbia detto mezza parola quando Pinamonti, a 5 minuti dalla fine, interveniva nettamente con la mano nella propria area di rigore. Penalty netto, non visto dall’arbitro nè dal VAR. “Non commentiamo gli episodi arbitrali” è quel mantra che si ripete quando le cose sono a favore, viceversa via al silenzio stampa e alla caccia del colpevole.

Per inciso: il rigore per la Salernitana era grande quanto una casa. Se su Tchaouna si può discutere, su Pierozzi l’intervento irregolare è netto e Sozza ha fatto bene a indicare il dischetto. Si può discutere sull’azione del 2-2, nata da un contrasto duro di Pirola su Defrel. Situazione a limite, ma “da campo”, da protocollo non da rivedere al VAR. E se è vero che il difensore granata allarga il braccio e ostacola l’avversario, è altrettanto vero che ormai Defrel aveva giocato il pallone sbagliando il passaggio e riconsegnando il pallone alla Salernitana. Mancano, piuttosto, i cartellini gialli a un Boloca spesso in ritardo e bravo a ricorrere al classico fallo tattico senza ricevere alcun tipo di cartellino da parte del direttore di gara. Intendiamoci: nel classico gioco delle parti ci sta portare l’acqua al proprio mulino e alzare la voce se si ritiene di aver subito un torto. Ma i problemi sono ben altri se si subisce una rimonta da una squadra che sta battendo tutti i record negativi. E che avrebbe, più di tutte in Italia, diritto ad alzare la voce per un trimestre pregresso ricco di torti continui e clamorosi.

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di Popolo Sportivo

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