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“Io e Giupeppe”, testamento d’amore per un figlio che cresce: venerdì presentazione del libro di Cosimo Pepe
16/10/2024
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L’amore smisurato per il figlio, l’enorme senso d’appartenenza per la propria terra, il rispetto delle tradizioni, il ricordo commosso della madre e di tante persone a lui care che lo hanno accompagnato nel percorso di crescita rappresentando un fondamentale punto di riferimento. “Io e Giupeppe” non è soltanto un “testamento d’amore per un figlio che cresce”, ma anche un insieme di esperienze di vita che lasciano in eredità preziosi insegnamenti e riflessioni esistenziali. E non poteva essere altrimenti, visto che l’idea di scrivere il suo primo libro nasce in un letto d’ospedale, quando il destino lo aveva messo a dura prova e conviveva con la paura di non poter seguire il piccolo Giuseppe. Un commovente atto d’amore che testimonia l’importanza dei legami familiari e che gli diede la spinta necessaria per superare l’ostacolo e rimettersi in pista, trascrivendo tutto d’un fiato i pensieri che lo attanagliavano in quella fredda stanza quando prevaleva il timore di non farcela. Del resto chi conosce Cosimo Pepe (agente immobiliare di successo, grande appassionato di musica e sin da piccolo innamorato della chitarra classica) sapeva perfettamente che non si sarebbe tuffato in una nuova avventura se non avesse avuto la certezza di proporre al pubblico qualcosa di originale, di unico, in grado di toccare le corde del cuore.

“Non mi aspettavo tutto questo riscontro” ha detto alla nostra redazione “quasi m’imbarazza incontrare persone che mi fanno i complimenti e che si rivedono in quello che ho scritto. “Io e Giupeppe” è frutto di una brutta esperienza personale, avevo paura di non rivedere più mio figlio e l’idea era quella di lasciargli in eredità una sorta di testamento morale utile anche alle nuove generazioni affinchè non smettano mai di credere nei loro sogni dando priorità ai valori veramente importanti”. Cosimo, con un velo di commozione, ripercorre quei giorni tremendi: “Ho atteso per anni la nascita di mio figlio, nel 2020 questo sogno è diventato realtà. Nel 2021, epoca covid, avvertì un dolore alla testa e mi resi conto che si trattasse di qualcosa di grave. Per fortuna inizialmente rimasi vigile e non persi lucidità. Poi, a casa, svenni ma trovai la forza di rialzarmi temendo che potesse succedere qualcosa a un bambino di appena un anno e che certo non poteva restare da solo. Contattai Nancy, mia moglie, prima di iniziare a vomitare sangue. E poi…la corsa in ospedale, la preoccupazione dei medici, la consapevolezza che ogni istante fosse prezioso per evitare il peggio. Fui sedato, una sorta di coma farmacologico. Ricordo che non riuscivo a muovermi e che intravedevo soltanto l’ombra di una bottiglietta. Il pensiero andava sempre a Giuseppe, mi spaventava l’idea che crescesse senza la figura paterna. Giorno dopo giorno le cose migliorarono, ma quando vedi la morte con gli occhi e hai conferma di non essere eterno avverti per davvero l’esigenza di lasciare una testimonianza tangibile. E così eccomi qua, con il mio primo libro: 160 pagine dedicate a chi crede nell’eternità dell’amore e a chi mette passione anche nelle cose più piccole e semplici”.

Il libro sarà presentato ufficialmente venerdì 18 ottobre alle 18 presso il MOA (Museum of Operation Avalanche) ubicato in Piazza Sant’Antonio, a Eboli. Previsto un angolo musicale a cura di Giuseppe Pepe (padre dell’autore) e della cantante salernitana Angela Pederbelli. Al tavolo dei relatori, tra gli altri, ci saranno il dottor Marco Botta, presidente del MOA, don Roberto Faccenda e Anna D’Amato, educatrice della prima infanzia “che ho voluto fortemente con me in quest’avventura per la grande passione che mette nel suo lavoro”. Esponente di spicco della scuola “Nuova Favolandia” di Eboli ormai da 10 anni, la dottoressa D’Amato ha dichiarato quanto segue: “E’ importante che un’istituzione come la nostra, da sempre dedita all’educazione e alla diffusione di sani principi, prenda parte ad iniziative dall’elevato valore sociale e culturale. Il nostro istituto propone una serie di attività utili a far rinascere la curiosità in quei bambini purtroppo sempre più attratti dai social e da un mondo virtuale troppo spesso confuso con quello reale. I tempi sono cambiati, ci mancherebbe, ma non bisognerebbe mai perdere l’amore per il gioco, la voglia di socializzare e il desiderio di trascorrere una giornata con gli amichetti piuttosto che davanti a un computer. Già in tenera età sembra siano diventati tablet-dipendenti, purtroppo la pandemia e la didattica a distanza hanno contribuito ad alimentare una problematica che docenti e genitori non devono assolutamente sottovalutare. Fuori da casa c’è un mondo che va scoperto e vissuto, altrimenti i nostri ragazzi cresceranno più fragili”. La magia del libro di Cosimo sta proprio nella capacità di trattare gli argomenti più disparati. Dalla violenza sulle donne al ruolo dei genitori e della scuola passando per la libertà di sbagliare per crescere, il rapporto tra madri e professori e la necessità di riscoprire l’amore per la propria terra portando avanti le tradizioni. “E’ vero, ogni capitolo consente di stimolare una riflessione diversa” dice Cosimo “chi è padre deve sentirsi in discussione ogni giorno, capire che è un compito non semplice e che spesso non siamo all’altezza. E’ necessario far crescere senza fretta i nostri figli, consentendo loro di cadere affinché trovino la forza di rialzarsi. Bisogna abituarli da subito all’idea del rifiuto, a interpretare una sconfitta personale come un modo per migliorarsi e per mettersi in discussione. Viceversa i casi di omicidio, suicidio e femminicidio aumenteranno esponenzialmente. Perchè nulla accade per caso, noi genitori dobbiamo plasmare i nostri figli sin da piccoli trasmettendo loro la nostra esperienza di vita ma senza imporre il nostro pensiero. E’ ragionando, riflettendo, confrontandosi e giocando con loro che possono apprendere in modo naturale e rendersi conto che ogni giorno offre a ciascuno di noi la possibilità di arricchirci. La passione deve essere sempre al centro di ogni cosa. Ci sono cose che mi spaventano, che non mi piacciono. Ci stiamo abituando alla spettacolarizzazione del dolore, alle discriminazioni su cui è ritenuto diverso da noi, a chi mette i soldi al centro della propria esistenza ed è disposto a tutto pur di arricchirsi ulteriormente. Chiediamoci tutti: che società stiamo lasciando in eredità ai nostri figli? E’ davvero questo il mondo che vogliamo e, nel nostro piccolo, stiamo facendo il necessario per cambiarlo?”.

Chiosa dedicata alla maestra D’Amato, alla quale esprimiamo un pubblico apprezzamento: al giorno d’oggi quello dell’insegnante è un ruolo delicatissimo, ricco di insidie e di pericoli dei quali si parla troppo poco. “E’ vero, ci accorgiamo anche noi che il mondo è cambiato e che i bambini hanno desideri e pensieri diversi. La vivacità talvolta eccessiva fa trasparire una evoluzione generale che talvolta ci spaventa. Eppure, in questa società tecnologicamente avanzata e che vede i più piccoli già esperti di computer e telefonini, ci piace ancora proporre la classica recita in costume medievale o fare lunghe passeggiate per insegnare la storia del nostro paese. All’estero ci sono istituti che mettono alla prova i loro allievi esponendoli a situazioni di difficoltà come freddo, fame e fatica. E’ un modo per temprarli alle difficoltà, senza ovviamente mettere a rischio la loro incolumità. Oggi invece hai paura di essere diverso dagli altri se non hai un cellulare di ultima generazione. L’insegnante, che non deve mai sostituirsi a un genitore pur essendo un punto di riferimento importante nel percorso di crescita del bambino, oggi deve avere mille occhi aperti e raccogliere anche le preoccupazioni delle mamme e dei papà spiegando loro l’importanza della qualità del tempo dedicato ai loro figli. Noi ci proviamo, con passione e senso di responsabilità. Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente tutto lo staff della nostra scuola, professionisti di spessore che hanno creduto nel nostro progetto”. Appuntamento, dunque, a venerdì 18 ottobre alle 18 per un paio d’ore all’insegna delle emozioni e della riflessione. L’autore ringrazia pubblicamente Carlo Tramontano, autore della copertina, la tipografia Digital Team di Fano e la casa editrice FD-Books. Il libro, disponibile in edizione digitale su Amazon, Google Play e altri store online, è dedicato a Nancy “mamma e moglie perfetta a cui ho giurato eterno amore nell’agosto del 2012”, al piccolo Giuseppe, a madre Gelsomina e la suocera Rita e a Giuseppe, amico e compagno di viaggio dell’autore scomparso nel 2001 a causa di un tragico incidente stradale e parte del gruppo “I Senzatetto” nel quale Cosimo si è esibito per anni.

 

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