Peggior difesa, peggior attacco, maggior numero di sconfitte, minor numero di vittorie, 0 successi nel 2024, -14 dalla zona salvezza, nessuna partita senza subire gol in casa, maggior numero di tiri in porta subiti, ultimo posto nella classifica del possesso palla e della pericolosità offensiva. I numeri certificano il totale fallimento sportivo della Salernitana forse più scarsa di sempre e che purtroppo ha strameritato la retrocessione.
La suddivisione delle responsabilità non può non tener conto di tante componenti che certo hanno contribuito a riportare in B la Salernitana depauperando il patrimonio d’entusiasmo così faticosamente ricreatosi. Ovviamente, a capo della piramide, c’è sempre il presidente. E’ lui ad aver fatto tante promesse, è lui ad aver sopravvalutato la famosa ossatura pensando che bastasse qualche scommessa per ripetere lo stesso campionato fatto l’anno prima, soprattutto grazie al lavoro di Paulo Sousa. Uno che aveva detto le cose come stavano già da luglio passando per destabilizzatore.
A ruota seguono i due direttori sportivi. De Sanctis ha avuto diversi demeriti: non aver confermato tanti artefici della prima salvezza, non aver preso un difensore dopo aver incassato una marea di reti, non aver pensato che un bomber servisse a prescindere dalla situazione Dia. E, ad oggi, Ikwuemesi, Stewart, Legowski e Martegani sono un flop totale. Ha fatto quasi peggio Sabatini: 10 acquisti sbagliati su 10 e la scelta di Liverani. Un disastro. Poco si può dire a Inzaghi, uno che aveva dato gioco e identità alla squadra pur lavorando in condizioni che sarebbe eufemistico definire complesse. Con lui le uniche due vittorie stagionali e anche pareggi di un certo spessore contro Milan e Torino. Certo, l’1-3 con l’Empoli è stata la pietra tombale sulle speranze salvezza, ma certo con Liverani la situazione è precipitata in modo definitivo.
E poi la squadra. Un gruppo spaccato, disunito, per nulla attaccato alla maglia, spento, freddo, che non incarnava i valori della gente. Fare tabula rasa è quasi un obbligo, e non solo per quanto riguarda la necessità di abbassare di tanto il monte ingaggi. Ma anche l’ambiente ha delle responsabilità, così come parte della stampa. A luglio fare operazione verità significava essere amici dei romani, oggi invece? Tuttavia clown senza ritegno, competenza nè vergogna continuano ad avere un certo seguito social. E questo conferma che ci vuole ancora tanto per dire di essere da serie A.