Empoli, Cagliari e Verona hanno perso, pur giocando delle buone partite contro avversari quotati. Udinese e Sassuolo hanno pareggiato per 2-2 e il Genoa ha aggiunto un punto alla propria classifica senza riuscire a distanziarsi dalla zona caldissima. Tradotto: questa Salernitana brutta senz’anima, contestata dalla tifoseria e vittoriosa soltanto in un’occasione ha ancora tempo e modo per potersi salvare e scrivere un’altra pagina di storia.
Certo, il calendario fa venire i brividi: Atalanta, Milan, Verona (la gara della verità, quella da non sbagliare), Juventus, Napoli e la doppia Genoa-Roma. E’ in questi 30 giorni che si deciderà il destino di una Salernitana chiamata ora a tirar fuori l’orgoglio. Le parole di Iervolino sono state dure, perentorie, ma è anche comprensibile che chi paga fior di milioni di stipendi si lasci andare ad uno sfogo puntando il dito su una squadra che non è diventata gruppo.
E ora siamo a cospetto di un bivio: crollare definitivamente e reagire a quelle dichiarazioni con un’altra prova totalmente incolore o tirar fuori dignità sportiva, attribuiti e carattere disputando una gara gagliarda contro una corazzata come l’Atalanta che, però, qualche passo falso contro le piccole ogni tanto se lo concede. Basterebbe ricordare quanto accedeva a gennaio scorso per lottare su ogni pallone come fosse una finale, 8 sberle che fanno male anche a un anno di distanza come il sorriso di Gasperini, l’esultanza di Zortea e l’eurogol di quell’Ederson ceduto e mai rimpiazzato.
Dici Ederson e la mente vola a Walter Sabatini. Il suo nome sta circolando con insistenza negli ambienti del tifo granata, conferma del fatto che è lui il direttore sportivo che la stragrande maggioranza della piazza vorrebbe in società. Una figura carismatica, rappresentativa, credibile, che in 15 giorni seppe fare un miracolo soprattutto dal punto di vista comunicativo, con una difesa pubblica e quel 7% che divenne tormentone trainante.
Non ce ne voglia nessuno (anche perchè fare paragoni con alcuni personaggi sarebbe imbarazzante), ma un conto è sedersi al tavolo delle trattative con un dirigente alle prime armi, un conto è trovarsi a cospetto di un mostro sacro del mondo del calcio. Uno che rivoltò la Salernitana come un calzino trascinando società, dirigenza, ambiente, stampa. Un leader, quello che manca alla Salernitana dal giugno del 2022 e che forse potrebbe mettere a posto lo spogliatoio rivitalizzando calciatori ombra di sè stessi e che, se mentalizzati, potrebbero essere i veri colpi di gennaio.
Del resto basta fare il parallelo tra la gestione Bonazzoli nel girone di ritorno della stagione 2021-22 con quella recente di Dia per capire che stiamo parlando di un altro mondo, di un altro livello, di un altro spessore. Sabatini sarebbe la scelta che metterebbe d’accordo tutti, che permetterebbe alla proprietà di lanciare un segnale e di caricare la piazza e gli stessi giocatori. E un passo indietro dopo l’addio burrascoso di un anno e mezzo fa renderebbe anche merito alla proprietà, pronta eventualmente a mettere da parte i rancori per il bene della Salernitana. Parlare di trattativa avviata sarebbe inopportuno: la delicatezza dell’argomento impone cautela. Tuttavia l’ex ds ha dato l’ok, qualcuno in società è stimolato dall’idea del ritorno e Iervolino è persona troppo intelligente per non essere quantomeno affascinato dall’idea di riprovarci. Di scommettere ancora sul 7% e poi…vada come vada. E con un Sabatini al timone, chissà che i ritorni per il miracolo sportivo non possano essere due.
Gaetano Ferraiuolo