Interessante intervista rilasciata quest’oggi nel corso della trasmissione “Il Pallone è di tutti” da parte dell’ex direttore sportivo della Salernitana Giuseppe Cannella. Chiaro e diretto come sempre, il ds ha analizzato la situazione a 360° raccogliendo numerosi consensi sul web. Ecco le sue dichiarazioni:
Partiamo dal caso Dia. Come si risolve questa situazione così complessa?
“Facciamo un rapido passo indietro. Un anno e mezzo fa il calciatore giocava in competizioni europee con la maglia del Villareal, sicuramente una vetrina che gli ha permesso di mettersi in mostra. La Salernitana, a caccia della consacrazione in serie A dopo una salvezza incredibile e rocambolesca, decise di puntare su di lui optando per la formula del prestito con diritto di riscatto. Tutto è andato per il meglio, al punto che è stato riscattato dopo aver fatto una stagione da protagonista. Non sappiamo poi quali siano state le successive promesse o le chiacchierate fatte tra le parti, è facile immaginare che il procuratore abbia chiesto al club granata di garantire uno stipendio pari a quello che avevano prospettato le società interessate e che erano intenzionate ad acquistarlo a cifre inferiori al costo stabilito da Iervolino.E’ evidente che, nel tempo, qualcosa non abbia funzionato a dovere e oggi l’ipotesi più plausibile è quella di interrompere il rapporto professionale attraverso scambi. Non a caso leggevo di Nzola della Fiorentina che è altro giocatore che deve rilanciarsi dopo una prima parte di stagione non entusiasmante”.
Salernitana sopravvalutata a inizio stagione?
“Il campo sta dicendo questo. Sousa aveva trovato un grande equilibrio, sia tattico e sia all’interno dello spogliatoio. Senza nulla togliere a chi lo ha sostituito, ma quella Salernitana era sempre in partita e spesso riusciva a fare buoni risultati pur con qualche fisiologica battuta d’arresto. E’ evidente che tra società, dirigenza e staff tecnico ci fossero degli attriti, probabilmente era importante darsi quel famoso pizzico sulla pancia per il bene comune. Poi è tornato Sabatini che, a mio avviso, era stato mortificato quando fu mandato via. Il suo arrivo ha ridato entusiasmo all’ambiente. Lui parafulmine? Non metto benzina sul fuoco, ma – da Lotito ad oggi – gravitano molte lobby romane attorno alla Salernitana. L’arrivo di Petrucci è un altro esempio. L’errore principale è aver preso solo stranieri, tra l’altro provenienti da campionati totalmente differenti”.
Oggi mercato fermo a causa dell’indice di liquidità. Si poteva e si può fare ancora qualcosa?
“Dico che è una situazione che si poteva prevedere. Ad aprile la Co.vi.Soc stila una relazione e ti avvisa rispetto ai parametri da seguire nella successiva campagna acquisti. La Salernitana ha un po’ sottovalutato questa difficoltà pensando di poter risolvere tutto con la cessione di Dia. Immagino che De Sanctis abbia spinto con la proprietà affinchè lo vendesse anche a cifre inferiori rispetto a quanto prospettato. Ci sarebbe stata comunque una plusvalenza, con annesso risparmio sull’ingaggio.La permanenza di Dia ha frenato i successivi investimenti. Aggiungo, però, che i tifosi non vogliono sentire parlare di indice di liquidità e altre argomentazioni. Chi ha a cuore le sorti della Salernitana si aspetta cose positive dal mercato. Non è questa la sede per proporre soluzioni, ma ci sono tanti sistemi per rinforzare la rosa: i prestiti, le cessioni indennizzate. I modi ci sono”.
Cosa intendeva dire per “lobby romana” a Salerno?
“Il ragionamento è logico. Lotito fu costretto a cedere la Salernitana dopo la promozione in serie A affidandosi ad un trust. I trustee si recarono presso gli uffici indicizzati al fine di portare a termine il mandato conferitogli dall’ex proprietario. Ai consulenti viene indicata la strada e loro hanno valutato le proposte ritenendo che quella di Iervolino fosse la migliore. Immagino che Iervolino, durante la trattativa, abbia avuto contatti diretti con queste persone deputate a vendere la Salernitana. E tutti provengono dalla stessa “stanza” Sabatini, che rispetto, arriva da quella zona. Stesso discorso di De Sanctis. Si fanno nomi di calciatori che vengono da quelle zone, così come i loro procuratori. Di Petrucci ho già detto. A me dissero che sono una persona che dà fastidio perchè sono troppo intelligente”.
Salernitana ormai con un piede e mezzo in serie B?
“E’ un campionato strano. Non pensavo che l’Empoli potesse vincere 3-0 nel giorno dell’esordio di Nicola. Ora Inzaghi deve iniziare a raccogliere punti, però la Salernitana fa fatica a chiudere la partita quando va in vantaggio. Contro il Genoa si erano creati tutti i presupposti: bel gol in avvio, poi un errore difensivo e il rigore dell‘1-2 a cospetto di un avversario sotto ritmo e tutt’altro che irresistibile. Se perdi in quel modo contro una squadra normalissima c’è qualcosa che non va: dov’era la garra necessaria in questo tipo di scontri diretti? Dopo l’1-0 doveva passare un messaggio del tipo “Dove volete andare? Qui da noi non si passa”. Invece hanno segnato il pareggio con un errore evitabile. Tatticamente questa squadra deve essere più attendista per risolvere le partite, lo dico con grande rispetto nei confronti dell’allenatore. Ho visto un metodista che faceva il regista davanti la difesa. C’è chi ha segnato ed è sparito negli altri 85 minuti. Se alla Salernitana togli la genialità di Candreva, perdi ogni soluzione offensiva”.
A cosa aggrapparsi per sperare nell’impresa?
“Il quadro sembra drammatico. Il gol del pareggio segnato dal Genoa fa riflettere e fa capire tante cose. Gyomber l’ho portato io a Catania, Simy lo portai gratis a Crotone…ma fare la serie A in questo modo diventa complicato. Farsi tagliare fuori da un’azione scolastica e di facile lettura non deve appartenere al repertorio di una squadra che deve fare tanti punti per salvarsi”.