Una telenovela durata anche troppo. Una programmazione che tarda a partire. Un anno fa si cantava “Iervolino portaci in Europa”, oggi siamo a cospetto di un totale e apparentemente ingiustificato ridimensionamento dopo una serie di promesse che avevano fatto sognare la piazza illudendo tutti si stesse entrando in una nuova dimensione. E invece sembra di essere tornati ai tempi del trust, con un clima di totale incertezza e una tifoseria che non ha diritto di sapere come stiano realmente le cose. Ok il patto di riservatezza, ok che sono in corso trattative coperte dal più assoluto riserbo, ma un pubblico che ha sostenuto una squadra senz’anima fino alla fine meriterebbe che si uscisse allo scoperto. Almeno per spiegare i motivi di questo calo d’entusiasmo dopo una retrocessione a suon di record negativi frutto degli errori di De Sanctis e Sabatini e di un mercato di gennaio basato soprattutto sulle uscite pur essendo a -2 dalla salvezza dopo il blitz di Verona. Facile andare sotto la curva quando le cose andavano bene, con 25mila spettatori a portare in trionfo il presidente e i suoi più stretti collaboratori. Sotto quella stessa curva bisognava andarci anche dopo Salernitana-Verona, quando l’unico a metterci la faccia è stato anche l’unico calciatore che quei fischi proprio non li meritava. Ora basta, lo ribadiamo. Iervolino ha preso la Salernitana due anni e mezzo fa in A, con un bilancio in attivo e con un’accoglienza da brividi mai riservata a nessun predecessore.
Si è scocciato di fare calcio? Non vuole più investire? Legittimo, ci mancherebbe. Ma metta fretta alla Brera Holdings, cerchi di capire quali sono i progetti futuri per Salerno e per la Salernitana. Chi ha intenzione di acquistare, impiega due mesi per l’offerta vincolante prospettando – a quanto filtra – un pagamento a rate e un mercato basato sugli introiti. Troppo semplice. Chi subentra, eventualmente, dimostri da subito di avere i mezzi e metta mano alla tasca. Altrimenti meglio restare così, con uno Iervolino meno presente, ma che presumibilmente può offrire maggiori garanzie economiche. Petrachi va benissimo, sia chiaro, ma che in che condizioni sta lavorando il direttore sportivo che, ad ora, avrebbe già chiuso qualche trattativa ma senza poter firmare visto che agenti e società chiedono “ma chi sarà il futuro presidente?”. Un handicap che rischia di condizionare già la prossima stagione. Perchè la storia recente insegna che è nel ritiro che si gettano le basi, che si costruiscono le fortune e le sfortune. La prossima serie B è un campionato terribile, estenuante, con tante squadre che lotteranno per il vertice. Nessuno pensi di prospettare un torneo d’assestamento dopo aver riportato in B la Salernitana. E chi afferma che lo stipendio di un determinato calciatore sia fuori portata per la categoria, continua a fornire alibi non richiesti e a rappresentare un realtà distorta, quasi pari alla favoletta della preparazione atletica sbagliata da Sousa. Uno che un anno fa aveva già capito tutto. Si vuole dare un segnale? Domani si interrompano le trattative con questi ipotetici fondi, si esca allo scoperto chiedendo alla città di azzerare tutto e ripartire insieme senza rancori e si riconfermino – ad esempio – Gyomber, Candreva e Bonazzoli. Costano? Forse. Ma c’è un paracadute che da solo copre il monte ingaggi. E, soprattutto, se si voleva evitare questa problematica bastava rinforzarsi a gennaio piuttosto che affidarsi ai “campioni” portati da Sabatini.
Fonte tuttoSalernitana