Chi lo ha detto che la scuola sia un’istituzione destinata soltanto all’apprendimento di nozioni culturali? Per fortuna, nel territorio salernitano, ci sono diverse eccellenze che, grazie a professionisti di altissimo livello, riescono a portare avanti progetti ambiziosi e lungimiranti che consentono di abbinare le tradizionali lezioni mattutine ad una serie di iniziative di inestimabile valore sociale. Nel pieno rispetto dei ruoli e senza la pericolosa presunzione di sostituirsi alle famiglie, diversi presidi e docenti hanno capito che i più giovani vanno seguiti giorno dopo giorno nel delicato percorso di crescita fornendo loro gli strumenti adatti a migliorare anzitutto dal punto di vista umano. Fiore all’occhiello della provincia di Salerno è senza dubbio la scuola dell’infanzia “Nuova Favolandia” ubicata ad Eboli e diretta dalla maestra Anna D’Amato, un vulcano di idee che riesce sempre a coinvolgere allievi e famiglie con il suo entusiasmo devastante e con quella competenza e sensibilità riconosciutale da un’intera comunità. Ieri pomeriggio è andato in scena un convegno intitolato “Aperi-tech…pausa conviviale tra genitori per parlare del benessere digitale e creare strategie comuni a sostegno di una genitorialità consapevole”. Tanti gli argomenti trattati dai relatori presenti: dalla necessità di allontanare i più giovani dalle “tentazioni” dei social al piacere della lettura passando per il ruolo del genitore, l’importanza dell’aggregazione, la nutrizione e la necessità di inculcare nei più piccoli la voglia di conoscere il mondo circostante attraverso esperienze tangibili. A prendere parola per prima è stata l’avvocata Michela Masullo: “Il progetto è stato ideato dalla Camera dei Minori di Salerno, l’obiettivo è quello di fornire agli adulti una maggiore consapevolezza su quel mondo digitale che ormai è alla base di questa società tecnologicamente avanzata. Senza voler demonizzare nulla, ribadisco la necessità di rispettare gli step di crescita dei nostri bambini consentendo a ciascuno di loro di conoscere il mondo attraverso la capacità sensoriale senza mai sostituire la realtà con la virtualità. Il progresso è talmente rapido che a volte capita anche a noi di restare un pochino più indietro, sta a noi riscoprire il piacere di essere educatori che mettono a disposizione dei piccoli gli strumenti indispensabili per una crescita sana e graduale”.
L’avvocata, rivolgendosi ai presenti, prosegue il suo discorso con una serie di esempi che rendono perfettamente l’idea: “Talvolta, a propria insaputa, i padri e le madri vanno incontro a responsabilità giuridiche ignorando, ad esempio, che è vietato utilizzare whatsapp al di sotto dei 14 anni. Rinnovo l’invito ad essere genitori attenti che non trascurano alcun dettaglio. Quando un bambino piange, è triste, è nervoso o è silenzioso si tende a calmarlo dandogli un tablet o uno smartphone. E’ sbagliato. E’ giusto che i nostri figli vivano quel momento di sfogo, che esprimano il proprio stato d’animo e che dopo si provi a capire, col dialogo, quale sia il problema. Si eviti di utilizzare i cellulari quando si mangia: è un momento intimo strettamente familiare che va vissuto e goduto. Viceversa la dipendenza dai social rischia di isolare i ragazzi e farli sentire ancora più soli e avulsi dalla realtà. Oggi vedo la creazione di chat per bambini di sei anni che devono organizzare una festa di compleanno, ai nostri tempi ci arrivava l’invito cartaceo ed era tutto più bello. Mi piacerebbe davvero creare con i genitori un movimento civico di consapevolezza che preveda la collaborazione con le scuole e le società sportive. Una vera e propria comunità che realizzi una rete di supporto per i bimbi affinché il mondo digitale non sostituisca mai quello reale. E’ inammissibile che non si riesca a organizzare una partita di calcio o una passeggiata in montagna perchè si deve restare a casa incollati ai videogames”.
Alla base del successo del convegno c’è stata la capacità dei relatori di intavolare un vero e proprio botta e risposta con i presenti basato sul confronto e sul racconto di esperienze personali. Bello anche l’intervento della dottoressa Lucia Palmieri: “Eboli è una realtà ricettiva rispetto a certe tematiche e l’obiettivo è quello di creare una serie di appuntamenti fissi che consentano a genitori e bambini, con l’ausilio della scuola, di ritrovare il piacere di partecipare ad ogni sorta di evento che non contempli l’uso del cellulare. Io sono una madre che si emoziona quando il proprio figlio gioca al parco e tocca l’erba, annusa ogni cosa, si fa baciare dal sole, sorride quando si interfaccia con un altro bambino. Sono momenti e sensazioni che non dovranno mai essere sostituiti da un computer o da uno smartphone. Fare sistema è fondamentale e siamo contenti che ci siano asili che sposino progetti di questo genere. Le nostre competenze educative devono andare oltre la cultura, molto spesso i social sono sinonimo di solitudine e nascondono l’incapacità di esprimere un disagio. Nel mio percorso professionale interagisco spesso con persone che già a 10-11 anni si definiscono depresse e questa cosa spaventa e fa riflettere. E, con questa virtualità dilagante, non meravigliamoci se aumentano i giovanissimi con problematiche di dislessia o che arrivano alle scuole medie o superiori con lacune grammaticali enormi. Tocca all’adulto diventare un modello per i più piccoli. Senza mai perdere la consapevolezza che fare il genitore non è semplice, ci trasciniamo dietro un sovraccarico mentale frutto di una miriade di attività che però non devono mai farci perdere di vista quelle che sono le priorità”. Il convegno è stato impreziosito dalla presenza di Cosimo Pepe, in veste di genitore ma anche di scrittore.
Di recente, infatti, il noto titolare di un’agenzia immobiliare ha pubblicato un libro intitolato “Io e Giupeppe, testamento d’amore per un figlio che cresce” nel quale ha affrontato proprio questo tipo di tematiche: “Ogni capitolo consente di stimolare una riflessione diversa, chi è padre deve sentirsi in discussione ogni giorno, capire che è un compito non semplice e che spesso non siamo all’altezza. E’ necessario far crescere senza fretta i nostri figli, consentendo loro di cadere affinché trovino la forza di rialzarsi. Bisogna abituarli da subito all’idea del rifiuto, a interpretare una sconfitta personale come un modo per migliorarsi e per mettersi in discussione. Viceversa i casi di omicidio, suicidio e femminicidio aumenteranno esponenzialmente. Perchè nulla accade per caso, noi genitori dobbiamo plasmare i nostri figli sin da piccoli trasmettendo loro la nostra esperienza di vita ma senza imporre il nostro pensiero. E’ ragionando, riflettendo, confrontandosi e giocando con loro che possono apprendere in modo naturale e rendersi conto che ogni giorno offre a ciascuno di noi la possibilità di arricchirci. La passione deve essere sempre al centro di ogni cosa. Ci sono cose che mi spaventano, che non mi piacciono. Ci stiamo abituando alla spettacolarizzazione del dolore, alle discriminazioni su cui è ritenuto diverso da noi, a chi mette i soldi al centro della propria esistenza ed è disposto a tutto pur di arricchirsi ulteriormente. Chiediamoci tutti: che società stiamo lasciando in eredità ai nostri figli? E’ davvero questo il mondo che vogliamo e, nel nostro piccolo, stiamo facendo il necessario per cambiarlo? E i social stanno velocizzando una serie di processi che cozzano con quello che dovrebbe essere alla base della crescita dei nostri ragazzi”.
In attesa che si realizzi questo movimento civico che coinvolga e responsabilizzi anche i papà e non solo le mamme e con la speranza che, in un’altra occasione, ci possa essere un maggior numero di adesioni sia per apprendere, sia per confrontarsi, sia per rendere merito a chi dedica tempo e risorse per contribuire a creare una società migliore, rivolgiamo un plauso alla maestra D’Amato, alle relatrici, a chi ha saputo regalare a tutti noi un pomeriggio di spessore assoluto nel quale abbiamo appreso tanto. Sarebbe davvero bello che ciascuno di noi ritrovi il piacere di socializzare, la curiosità di conoscere il mondo, la gioia di raccontare una fiaba ai propri figli senza l’ausilio del cellulare. E, nelle prossime settimane, si stanno valutando una serie di iniziative di assoluto interesse. Iniziative che seguiremo con gioia ed entusiasmo perchè le cose fatte bene e con il cuore meritano risonanza e sostegno.