Uno degli errori principali commessi quest’anno dalla società è l’aver sopravvalutato la rosa dell’anno scorso pensando che bastasse riconfermare l’ “ossatura” per garantirsi i medesimi risultati. Posto che, quella stessa rosa, con Nicola stava colando a picco e fu rivitalizzata da un maestro come Paulo Sousa, vogliamo ora soffermarci su uno dei tanti falsi storici che hanno contraddistinto l’attuale stagione sportiva: “In fondo sono andati via solo Piatek e Vilhena“. E’ vero che l’anno scorso Piatek è stato piuttosto criticato, tra gol sbagliati e appena 4 reti all’attivo. Tuttavia è innegabile che rappresentasse la spalla ideale di Dia e che si intendesse alla perfezione con Kastanos e Candreva. Un quartetto complementare che ha fatto sognare Salerno. E il Vilhena del girone d’andata, quello che Nicola schierava anche esterno sinistro, fu ad un passo dall’addio già a gennaio prima che De Sanctis decidesse di blindarlo ritenendo fosse un elemento ancora utilissimo alla causa.
In quella Salernitana, però, c’erano anche altri atleti – e uomini – che oggi mancano come il pane. Ricordate Radovanovic, quello che due anni fa bucava le mani a Rui Patricio gelando l’Olimpico? Sia per la sua capacità di ricoprire più ruoli, sia il ruolo da leader all’interno dello spogliatoio è stata una perdita importante. E poi…un conto è partire con Bonazzoli, un altro affidare le chiavi dell’attacco a Ikwuemesi e Stewart che hanno fatto rimpiangere anche la peggior versione del “pistolero”. Troost Ekong è stato poi di recente eletto come miglior difensore della coppa d’Africa e, in una retroguardia colabrodo che subisce oltre due gol a partita in media, avrebbe fatto la sua figura. Pur di restare aveva dimezzato le richieste economiche, ma Sousa non stravedeva per lui e la dirigenza preferì lasciare tutto invariato “perchè in difesa stiamo bene così”. Riteniamo, infine, che Nicolussi Caviglia sia superiore al Legowski che abbiamo visto a Salerno