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Salernitana, numeri da retrocessione. Si sta pagando a caro prezzo la gestione estiva della società
04/11/2024
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Il pareggio di martedì sera contro il Cesena non ha reso merito a una Salernitana incompleta, vittima di qualche equivoco tattico, ma anche molto sfortunata. Nella prima mezz’ora la formazione di mister Martusciello ha letteralmente dominato portandosi meritatamente in vantaggio con Daniele Verde e sfiorando a ripetizione il raddoppio con Ferrari, Maggiore e Dalmonte. L’ennesima traversa stagionale, l’infortunio di Tongya e l’espulsione di Fiorillo hanno improvvisamente complicato i piani dei granata, costretti a giocare per oltre 50 minuti in inferiorità numerica e con un giovane della Primavera tra i pali. Quando gli ospiti hanno segnato la rete dell’1-1 al 45′, i 10mila dell’Arechi hanno temuto di perderla nella ripresa; tuttavia, contrariamente a quanto accaduto a Cremona, il gruppo ha avuto una reazione d’orgoglio e ha mostrato spirito di sacrificio, attaccamento alla maglia, buona organizzazione difensiva e anche una discreta capacità di rendersi pericoloso nella metà campo bianconera. Non a caso l’occasione più importante è capitata sulla testa di Simy, bravissimo a liberarsi del diretto marcatore con un movimento da centravanti vero, ma incredibilmente sciupone da distanza ravvicinata e a portiere virtualmente battuto.

“Vi vogliamo così” cantava la curva dopo il triplice fischio, in un finale da brividi contraddistinto anche da una gestione non sufficiente del signor Scatena. Tanti complimenti, pochi punti però. Perchè la Salernitana, in una classifica comunque cortissima, si ritrova in piena zona playout e deve ringraziare il -4 del Cosenza e la sconfitta a tavolino del Cittadella contro il Pisa se la situazione non è addirittura peggiore. Non certo il girone d’andata che la piazza sognava dopo una retrocessione a suon di record negativi e con un apporto costante alla causa sfociato nella presenza – in media – di 13mila persone all’Arechi e 1500 in campo esterno. Numeri che reggono il confronto con stadi di categoria superiore. A proposito di numeri, i dati destano preoccupazione: una vittoria nelle ultime nove gare ufficiali, ultimo successo interno oltre due mesi fa, difesa colabrodo, terzetto offensivo che fatica a segnare (Wlodarkzyc e Torregrossa sono ancora a secco), 2 punti nelle ultime 4 all’Arechi e una distanza già molto importante dalle prime quattro posizioni.

Non è in discussione la posizione del tecnico Martusciello che, però, tra Cosenza e Bari dovrà invertire la rotta pur con una situazione d’emergenza dettata dagli infortuni dei due portieri (Sepe e Fiorillo), dal forfait certo di Tongya (trauma contusivo-distorsivo) e dalle condizioni fisiche di Rene Adelaide che, ancora una volta, resterà fermo ai box limitandosi ad un lavoro differenziato. Ci sono poi dei calciatori che, oggettivamente, sin qui non hanno garantito il proprio apporto. Ghiglione, Velthuis, Jaroszynski, Hrustic, Tello, Dalmonte, Kallon e Braaf, per vari motivi, non hanno inciso e qualcuno potrebbe già essere messo in discussione nella sessione invernale del calciomercato, quando Gentile potrebbe salutare la compagnia per garantirsi maggiore minutaggio (si parla del Pescara) e Maggiore potrebbe firmare per il Venezia dopo il “giallo” del 30 agosto. Di Torregrossa abbiamo già detto: zero gol, zero assist, una sola presenza da titolare e una media voto insufficiente. Quando si giudica il lavoro di Petrachi, tuttavia, non bisogna mai dimenticare le difficoltà incontrate in estate, con la trattativa per il passaggio di proprietà sfumata in extremis, uno spogliatoio da “bonificare”, i tanti paletti imposti dal presidente Iervolino al netto di incassi milionari, l’obbligo di cedere prima di acquistare per abbassare il monte ingaggi e liberare la lista over e le operazioni Curto, Palumbo, Vandeputte e Coda virtualmente chiuse prima del no della società.

Fonte tuttomercatoweb

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di Popolo Sportivo

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