Si può parlare da qui a domani mattina, analizzando un campionato sin qui anomalo aggrappandosi ad ogni sorta di alibi. E siamo tutti d’accordo nell’affermare che la Salernitana non abbia raccolto quanto avrebbe meritato, penalizzata palesemente da arbitri, pali ed infortuni e dalla capacità degli avversari di capitalizzare al massimo le occasioni prodotte. La sfida di ieri è la cartina al tornasole del periodo nero vissuto dalla Bersagliera. Un dominio totale per mezz’ora contro un Cesena modestissimo, una serie di chance sprecate e poi il rosso a Fiorillo e il pareggio su una super giocata individuale con un ragazzino della Primavera in porta. Si fosse andati all’intervallo sul 3-0 nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. Invece, pur con un plauso doveroso alla squadra per impegno e attaccamento, non si è andati oltre l’1-1 in una sfida ampiamente alla portata, anche in 10 contro 11. Tuttavia i numeri non ammettono interpretazioni e rappresentano una realtà preoccupante e confermando quanto stiamo dicendo da tempo: la politica al risparmio della società, l’integralismo di Martusciello e qualche scelta di mercato errata di Petrachi rischiano di farci vivere una stagione anonima, nella migliore delle ipotesi, e non in linea con quanto incassato in estate e con la passione di una tifoseria che anche ieri, in un turno infrasettimanale e con una serie di risultati negativi consecutivi, ha garantito 10mila spettatori e una spinta incessante dall’inizio alla fine.
I dati sono chiari: una vittoria nelle ultime otto gare, Arechi tabù con appena due punti conquistati nelle ultime quattro gare interne (ultimo successo il 29 agosto con la Sampdoria, quella di Pirlo e non di Sottil), attaccanti che non segnano mai, difesa che subisce puntualmente gol e possesso palla sterile che non si traduce in tiri in porta pericolosi se non dalla distanza. E la Salernitana continua a commettere sempre i medesimi errori, sotto lo sguardo di un allenatore che ieri qualcosa ha cambiato sul piano tattico pur non prendendo spunto da quanto accaduto allo Zini pochi giorni prima. Perchè, dopo quello che abbiamo visto a Cremona, è inconcepibile subire in casa propria al 42′ un’azione come quella che ha portato all’espulsione di Fiorillo, con il solo Ghiglione nella metà campo granata. In attesa delle gare di stasera, i granata si ritrovano in zona playout e devono ringraziare la penalizzazione del Cosenza e la sconfitta a tavolino del Cittadella col Pisa se la situazione non è ancora più grave. Certo, basterebbe una vittoria per ritrovarsi nel lato sinistro della classifica in piena corsa playout ma quella attuale è una triste realtà ereditata da un’estate senza programmazione e basata sul “cedere prima di acquistare” con la speranza che un acquirente prelevasse il club dopo la telenovela Brera.