Nonostante la retrocessione a suon di record negativi, il passo indietro da parte del patron Danilo Iervolino, le tante trattative in piedi per la cessione del club e un mercato basato soprattutto sulle cessioni e sulla necessità di ripianare le perdite, la Salernitana può contare sul suo più fedele alleato: il pubblico. Al netto della presa di posizione netta da parte degli ultras e della tifoseria organizzata (la curva chiede a Iervolino di cedere e farsi da parte), il dodicesimo uomo non ha fatto mai mancare il proprio apporto garantendo, in un mese e mezzo, il primo milione e mezzo di incasso al botteghino tra paganti e abbonati e numeri da far invidia anche a piazze di categoria superiore. Erano in 7000 per la prima in coppa Italia contro lo Spezia, 12500 per l’esordio in campionato col Cittadella. Ben 16mila, invece, gli spettatori che hanno gremito il principe degli stadi per Salernitana-Sampdoria, di martedì sera e in pieno periodo vacanziero. Anche in trasferta la risposta è stata esaltante, con 1200 persone sia a Bolzano sia a Mantova e altrettanti sold out in meno di un’ora di prevendita. Del resto stiamo parlando di un pubblico capace, in A, di portare 6000 persone a Roma e Milano, 7000 a Empoli e 5000 a Reggio Emilia pur con una squadra in piena zona retrocessione. Anche col Pisa ci sarà un bel colpo d’occhio: già venduti 6000 tagliandi, a cui aggiungere i 4600 abbonati che hanno dato fiducia a scatola chiusa: attesi, dunque, almeno 13mila spettatori.
Intanto domenica arriva il Pisa e ci sarà l’occasione per effettuare il sorpasso e per vincere la terza gara interna di fila. Cosa che non accade da diversi anni. Martusciello sta pensando al 4-3-1-2, con Verde alle spalle di Wlodarczyk e Torregrossa, il grande ex della partita. A proposito di ex, sarà la prima da avversario per Filippo Inzaghi, esonerato ingiustamente a febbraio scorso dopo l’1-3 interno con l’Empoli a causa di un feeling mai sbocciato con quel Sabatini che, pubblicamente, gli chiese scusa riscuotendo la risposta piccata del tecnico. L’allenatore nerazzurro era tra i papabili alla panchina granata anche per quest’anno, ma l’avvento di Petrachi ha cambiato le gerarchie spingendo il club a puntare su Sottil prima e Martusciello poi. Va detto che “Super Pippo” ha svolto un buon lavoro a Salerno, rivitalizzando calciatori finiti nel dimenticatoio (Simy), valorizzandone altri che oggi hanno fruttato milioni alla Salernitana (Tchaouna) ed esprimendo un calcio aggressivo e piacevole sfociato nelle vittorie con Lazio e Verona (a gennaio si era a -2 dalla salvezza prima di un mercato tutto sbagliato), nei pareggi con Milan e Torino e nelle sconfitte immeritate al 96′ contro Napoli e Juventus, con una Salernitana ridotta all’osso ma battagliera come mai si era vista nell’arco della sciagurata stagione.
Fonte tuttomercatoweb