Nel corso di una delle ultime interviste rilasciate quest’anno, l’oramai ex presidente Danilo Iervolino si era detto pronto a rilanciare “a patto che la tifoseria dimostri di essere con me e con la Salernitana. Il loro sostegno è importante, la loro energia è fondamentale. Abbiamo il miglior tifo d’Italia, il vero dodicesimo uomo”. E proprio la tifoseria è l’unica componente che non è mai venuta meno: 13-14mila spettatori fino all’ultima gara dello scorso campionato di serie A, 7000 in coppa Italia e 12500 all’esordio in B contro il Cittadella e con un mercato in entrata tutt’altro che entusiasmante, sold out a Bolzano in meno di un’ora per una delle trasferte più lontane in assoluto. Cos’altro deve fare la piazza per spingere una società che sta introitando milioni e milioni di euro tra paracadute e cessioni operate dal direttore sportivo a mettere mano al portafoglio e prendere quei 3-4 calciatori di spessore che servono come il pane per puntare a qualcosa in più della salvezza? E perchè chi prometteva Europa, centro sportivo e giocatori di caratura internazionale oggi non può prospettare un ritorno immediato in A parlando di progetto triennale? Salerno e la sua provincia non hanno davvero più nulla da dimostrare, sabato scorso il pubblico ha fatto la differenza e ha contribuito in modo notevole alla conquista della vittoria. Basterà per allargare i cordoni della borsa?
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13mila in casa, sold out in trasferta: Iervolino, cos’altro deve dimostrare di più la piazza?
19/08/2024