Sulla carta l’obiettivo era portare la Salernitana in Europa per la prima volta nella sua storia. Nei fatti, invece, c’è stata una retrocessione clamorosa a suon di record negativi e si sta preparando la prossima stagione in un clima di totale incertezza. L’amministratore delegato Maurizio Milan aveva chiesto ai tifosi e agli organi di informazione di non parlare di ridimensionamento, ma la situazione è del tutto caotica e si rischia davvero di lottare per evitare il doppio salto all’indietro. Al primo agosto e a due settimane circa dall’esordio in campionato, questa Salernitana è una squadra senza nè capo, nè coda: un proprietario a caccia di acquirenti per passare la mano, un presidente dimissionario, un vice presidente che non è mai stato al fianco dei calciatori e dell’allenatore a Rivisondoli, un gruppo di atleti che lavora col cellulare in tasca in attesa di conoscere la futura destinazione, un uomo di calcio come Colantuono che doveva fungere da direttore tecnico e che si ritrova da settimane in attesa di indicazioni e chiarimenti, un direttore sportivo che chiude trattative ma deve imbattersi in una serie di paletti che lo stanno fortemente condizionando. Ad oggi Petrachi ha potuto chiudere soltanto operazioni “minori”, con gente sicuramente di prospettiva, ma arrivata dalle categorie inferiori o molto giovane per una piazza passionale e ricca di pressioni come quella granata. Il diktat non cambia: cedere prima di acquistare, con un elenco assai lungo di partenti e il rischio concreto di ritrovarsi in coppa con lo Spezia con una formazione tutt’altro che competitiva.
Eppure i conti non tornano. La Salernitana ha incassato 25 milioni di euro dal paracadute, 3,2 di diritti tv, 8 per la cessione a titolo definitivo di Ederson, Bohinen e Mazzocchi (operazioni chiuse in passato e che prevedevano pagamenti dilazionati), e un’altra decina per la vendita di Pirola, Ikwuemesi e Kastanos. Senza dimenticare che il monte ingaggi è stato più che dimezzato e che sono stati corrisposti 600mila euro per la presenza di diversi tesserati agli Europei e 400mila euro dal Perugia per il riscatto di Iannoni. Un giovane centrocampista che poteva tornare utilissimo e che invece è stato perso in modo definitivo a causa di un budget irrisorio. A questa Salernitana, nel dettaglio, occorrerebbero almeno tre difensori centrali, due esterni bassi, tre centrocampisti, tre esterni offensivi e tre attaccanti. Contestualmente vanno collocati altrove i vari Bradaric, Sambia, Bronn, Lovato (anche ieri brutta prova dei due centrali difensivi, tra i più beccati dai tifosi), Mikael, Simy, Maggiore, Dia, Lassana e Mamadou Coulibaly, Valencia e Jimenez. Una trentina di operazioni complessive in trenta giorni, con il mese di luglio che non ha portato in dote in rinforzi sperati il tandem Petrachi-Martusciello abbandonato a sè stesso senza che un esponente del club desse le necessarie rassicurazioni. Eppure, con una retrocessione avvenuta 5 mesi fa, c’era tutto il tempo per muoversi in anticipo, per far quadrare in conti senza ridimensionare ulteriormente le ambizioni. Niente di tutto questo: al primo agosto la Salernitana è una delle candidate a lottare per non retrocedere e questo cozza con la passione di una piazza che, al netto di prezzi elevati e di assenza di iniziative, ha già garantito quasi 3000 abbonamenti pur vivendo il ritiro con distacco totale. La diserzione degli ultras e il corteo di protesta in città dello scorso 4 luglio sono segnali inequivocabili di una frattura apparentemente insanabile.
E se pensiamo al sogno Cavani-Mertens, alla promessa di portare a Salerno calciatori di caratura internazionale per puntare alla zona sinistra della classifica in A, al disegno per il nuovo stadio e per il nuovo centro sportivo e al famoso sinallagma d’amore rivolto ai tifosi e alle famiglie vien da chiedersi: cosa può essere cambiato in 12 mesi, da quella festa in Piazza della Concordia scandita dal coro: “Iervolino portaci in Europa” . La politica locale si potrebbe muovere a breve per chiedere chiarezza, le dichiarazioni del Governatore De Luca non lasciano spazio ad interpretazioni: “Noi stiamo investendo nell’Arechi e nel Volpe senza farci condizionare dalla retrocessione. Alla società il compito di allestire una rosa competitiva”. Nei giorni scorsi, invece, il Sindaco Vincenzo Napoli aveva incontrato Milan a Palazzo di Città per fare il punto della situazione. I gruppi organizzati (Centro di Coordinamento, Mai Sola, Salerno Club 2010, Spartani Salernitani) hanno infine emesso comunicati che vanno nella medesima direzione: “Se il presidente ha perso entusiasmo, venda quanto prima e lasci la società in mani sicure. Ci sarebbe l’obbligo morale di riportarla dove è stata presa nel 2022, senza un euro di debito, con bilancio in attivo e un parco giocatori di spessore. Tante promesse non mantenute, nessuna iniziativa per riempire lo stadio, un calciomercato ad oggi deludente e il mister che allena un gruppo destinato ad essere rivoluzionato. Se l’obiettivo è incassare per recuperare quanto investito, lo dicano chiaramente. Altrimenti mettano mano al portafoglio e mostrino con i fatti il rispetto per chi li ha accolti trionfalmente e oggi sta vivendo la pagina più triste della storia”. E anche sotto altri aspetti potevano essere fatte scelte di maggiore qualità, i commenti positivi pubblicati sui social testimoniano la scarsa conoscenza di persone che, negli anni, non si sono certo distinte per la passione granata.
Fonte tuttomercatoweb