La premessa è d’obbligo: ognuno è libero di manifestare il proprio amore per la squadra del cuore come meglio crede e tutte le opinioni sono rispettabili. Che si voglia sostenere incondizionatamente o assumere una posizione più critica, l’importante è che alla base ci sia sempre la volontà di agire a fin di bene per i colori sociali e senza secondi fini. La nostra redazione, però, è abituata a dire le cose che pensa senza problemi, anche a costo di apparire impopolare. E così, senza giri di parole, riteniamo che sin da Rivisondoli sarebbe stato opportuno lasciare da sola questa Salernitana senza nè capo, nè coda. In attesa di capire cosa abbiano da applaudire coloro che, forse, un anno fa sono andati al mare per davvero perdendosi la stagione peggiore della nostra storia, proviamo ad esprimere il concetto con uno slogan: talvolta la diserzione può essere emblema d’amore. Più di uno stadio pieno che canta dall’inizio alla fine. La tifoseria salernitana, del resto, non ha più nulla da dimostrare a nessuno in termini di amore, attaccamento, identità e senso d’appartenenza. Tutti noi siamo innamorati della Bersagliera, del cavalluccio e dei colori granata e, vi assicuriamo, scrivere certe cose fa male al cuore e ci costa una fatica emotiva non indifferente. Riteniamo, però, che lo spettacolo a cui stiamo assistendo da 12 mesi non meriterebbe la sottoscrizione di un solo abbonamento. Sarebbe ora che si crei un corpo unico a salvaguardia della Salernitana: ultras, club, provincia, semplici tifosi, politica, organi di informazione. Perchè è proprio la spaccatura che ha permesso a tanti, nel tempo, di agire come meglio credevano ignorando i sentimenti di un popolo che, con la miglior società della storia, appariva inflessibile e intollerante mentre oggi vive con apparente passività il peggior ritiro di sempre. Quello preceduto dalla “fuga” di Sottil e svolto con quegli stessi calciatori che hanno distrutto lo spogliatoio e disonorato la maglia assumendo atteggiamenti imbarazzanti..
A scanso di equivoci, è d’obbligo sottolineare a caratteri cubitali che il salto di maturità della piazza è un qualcosa da accogliere sempre positivamente; qui nessuno, a partire da noi, invoca iniziative che vadano oltre una civile contestazione senza scadere nell’offesa personale. Proprio per questo si potrebbe “colpire” la società nel portafoglio garantendo introiti zero al botteghino. Ma con quale spirito anche il più accanito dei tifosi può dare fiducia a scatola chiusa a chi ha disatteso quasi tutte le promesse fatte, allontanandosi alle prime difficoltà e presentando in A una rosa scadente? Perchè si dovrebbero spendere cifre assurde per la categoria con un presidente dimissionario, un vice presidente del tutto assente, un amministratore delegato che non vuol sentir parlare di ridimensionamento ma trattava la cessione nientemeno che con la Brera Holdings e un manipolo di giocatori che vive incollato al telefono sperando arrivi una chiamata per lasciare Rivisondoli e raggiungere la nuova destinazione? Poi magari un giorno ci spiegheranno, costoro, come mai Salerno sia diventata seconda scelta o piazza sgradita. Atleti mediocri e spesso sopravvalutati che dovrebbero pregare per restare in granata, anche in B, facendosi un bagno d’umiltà e rendendosi conto del danno d’immagine procurato alla città. La campagna abbonamenti è la ciliegina sulla torta di questo periodo caotico e contraddittorio. Già lanciarla è atto di coraggio, ma prevedere ben 15 euro di sconto per gli 11mila che hanno assistito a uno spettacolo deprimente è scelta tragicomica partorita da chi, forse, non è mai entrato all’Arechi e non ha mai percepito l’umore del pubblico granata. E poi…200 euro in curva, 350 nei distinti, oltre 500 in tribuna azzurra: ma siamo su Scherzi a Parte? C’è ancora una notte a disposizione: che porti consiglio! Viceversa nessuno si scandalizzi per un Arechi vuoto, freddo e distaccato. Se poi, oltre ad incassare per le cessioni e dal paracadute, si ricordassero che c’è l’obbligo morale di riportarla dove è stata presa tanto meglio. O vogliamo veramente accogliere come “colpi” quattro atleti provenienti dalle categorie inferiori? Petrachi ha ricevuto un’accoglienza da brividi a Rivisondoli e, nel rispetto dei tifosi, batta i pugni sul tavolo se chi sognava Cavani oggi fatica a prendere un giocatore di livello per la B.