La lunga trattativa intavolata con la Brera Holdings non lasciava spazio ad alcun tipo di interpretazione: Danilo Iervolino è pronto a fare un passo indietro e a lasciare la Salernitana qualora si presentassero a suo cospetto interlocutori seriamente interessati a raccoglierne il testimone e portare avanti un progetto sportivo di gran lunga ridimensionatosi rispetto ai proclami iniziali e che ora si basa sull’autosostenibilità come fossimo ai tempi del trust. A metà giugno la cessione sembrava cosa fatta: 25 milioni al patron, pagabili in 5 anni, e possibilità di restare all’interno del fondo americano con una partecipazione minima e un numero ridottissimo di apparizioni pubbliche. La Brera Holdings, tuttavia, non avrebbe presentato l’offerta vincolante nei tempi stabiliti pur avendo già parlato sia con Petrachi, sia con Sottil avallando le prime operazioni di mercato.
E così Iervolino, sfiduciato dalla stragrande maggioranza dei tifosi e bocciato dal campo dopo la retrocessione in B, si è ritrovato a gestire una situazione complessa e non pronosticabile appena un anno fa. Quando, a furor di popolo, era indicato come il miglior presidente della storia granata pur con Sousa che lanciava i primi segnali utili a far aprire gli occhi alla tifoseria. Colpevolmente silente per un anno, altro che contestazione! Ad ogni modo, sotto traccia, sia Iervolino e sia Milan stanno lavorando sperando di individuare un imprenditore, un gruppo o un fondo che possa interessarsi alla Salernitana e consentire un’uscita di scena definitiva o parziale. Perchè Iervolino, in attesa di ufficializzare il nome del nuovo presidente (che non dovrebbe essere Miilan, idem Petruccii), non esclude a priori la possibilità di conservare una quota di minoranza e non uscire definitivamente dal mondo del calcio. A meno che Petrachi, attraverso le cessioni, non gli permetta di recuperare quanto investito in questi anni.
Allo stato attuale si sta comunque verificando quanto vi anticipammo due mesi fa, con Iervolino assente sulla scena, non al fianco della squadra, restio a parlare con la stampa (se non quella nazionale!), per nulla intenzionato ad aumentare il budget a disposizione di Petrachi e seccato dalle richieste dei tifosi che invocano un incontro pubblico utile a capire cosa abbia suscitato questo distacco brusco e improvviso. Anche persone a lui molto vicine (su tutte l’avvocato Fimmanò) hanno deciso di seguire la squadra da dietro le quinte, senza l’entusiasmo di un biennio che appare quanto mai lontano.