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Moduli, imprese e voglia di riscatto: la scheda di Sottil, il nuovo sergente di ferro della Salernitana
21/06/2024
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Da ieri pomeriggio, Andrea Sottil è il nuovo allenatore della Salernitana. Decisivo è stato il direttore sportivo Gianluca Petrachi che, da subito, ha individuato in lui il profilo giusto per avviare il progetto di rinascita granata. Dal punto di vista caratteriale, è senza dubbio il tecnico che serviva. Quel sergente di ferro che tanto avrebbe fatto comodo nella passata stagione, contraddistinta da uno spogliatoio anarchico, tutt’altro che attaccato alla maglia e che restava insensibile anche alle sollecitazioni della proprietà e del suo amministratore delegato. Sotto questo aspetto, Sottil è una garanzia. Le sue squadre si sono sempre contraddistinte per cattiveria agonistica e capacità di lottare su tutti i palloni a prescindere dal sistema di gioco e dall’avversario. Sul piano tattico, stiamo parlando di un allenatore piuttosto duttile. Da ex difensore di un certo spessore, certamente proverà a ridare solidità ad una squadra che ha subito oltre 150 gol negli ultimi due campionati. Il 3-5-2 è stato, per tanto tempo, marchio di fabbrica, con tre centrali rocciosi e due esterni bassi complementari: uno propositivo, l’altro più bloccato per avere copertura in non possesso. Anno dopo anno, anche in base alle caratteristiche dei giocatori a disposizione, c’è stata una evoluzione. A Udine, quando Deulofeu era abile e arruolabile, ha optato per il trequartista dietro una punta fisica, alla lunga c’è stato il passaggio al 4-4-2 con un attaccante di movimento e un altro “alla Djuric” che favorisse anche gli inserimenti delle mezzali, chiamate a partecipare all’azione e non soltanto a lavorare in interdizione. Se guardiamo le statistiche, le sue squadre sono solite partire forte. Evidentemente c’è un tipo di preparazione fisica che prevede un inizio sprint per mettere da subito fieno in cascina. Salerno rappresenta un trampolino di lancio definitivo dopo una serie di esperienze altalenanti. A Udine la sua avventura si è chiusa con un esonero a causa delle zero sconfitte che andavano in contrasto con i sei risultati utili su nove, tra cui il pari di Salerno. Nell’annata precedente, però, la sua Udinese è stata anche tra le prime in classifica e sognò l’Europa dopo aver battuto l’Inter per 3-1 conquistando il quinto successo di fila. Campionato chiuso al dodicesimo posto con 24 risultati utili su 38, il miglior piazzamento dei friulani nelle ultime stagioni. Tra le imprese memorabili il biennio ad Ascoli (salvezza miracolosa da subentrante e qualificazione playoff), la promozione col Livorno e la salvezza ai playout – sempre da subentrante – a Pescara, con due partite di spessore e qualità col Perugia. In Campania ha fatto bene a Pagani.

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di Popolo Sportivo

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