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Gruppo mai diventato squadra. Tutti i segnali che arrivavano già da agosto
10/05/2024
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Abbiamo rimarcato diverse volte che questo gruppo non è mai diventato una squadra vera. Sarà per la presenza di tanti stranieri che faticano ad integrarsi, sarà perchè qualcuno pensava di essere pronto per palcoscenici diversi dopo l’ottima stagione passata e vede Salerno come un ripiego (sbagliando), ma questa Salernitana è brutta, senz’anima e totalmente priva di identità. I segnali negativi arrivavano già dal ritiro, con liti tra calciatori e gente che si lamentava per l’assenza di aria condizionata.

E poi: esultanze fredde dopo i gol, nessuna protesta a cospetto di torti arbitrali evidenti e che avrebbero fatto saltare i nervi a chiunque, Dia che non saluta l’allenatore, Coulibaly che torna nello spogliatoio dopo una sostituzione senza seguire la partita e senza dare la mano al subentrante, Bradaric che litiga con il vice di Nicola senza che nessun compagno si avvicini a sua difesa. Indifferenza e strafottenza, cose che non si vedono nemmeno nelle partite tra amici il giovedì sera.

Non a caso, il presidente Iervolino aveva alzato la voce in conferenza stampa denunciando pubblicamente “atteggiamenti che non saranno più tollerati, per qualcuno Salerno potrebbe costituire una tomba calcistica. A gennaio li manderò via tutti, se sarà necessario”. Sul perchè questi giocatori non stiano bene insieme e non si sentano coinvolti da una piazza come Salerno non riusciamo davvero a darci una risposta.

C’è un’altra situazione che testimonia quanto ognuno vada per conto proprio senza ragionare in ottica di squadra e di gruppo: la partecipazione emotivamente nulla della panchina e di chi non gioca. Avete mai visto un giocatore in tribuna che esulta dopo un gol o che si dispera per una sconfitta? O i tre a bordo campo per il riscaldamento che incoraggiano i compagni o vanno sotto la curva per condividere i – rari – momenti di esultanza? Dia, a Lecce e dopo quello che era accaduto, aveva l’obbligo morale di seguire la squadra, di tifare per i compagni, di andare sotto la curva a fornire la sua versione. Niente di tutto questo. E quasi mai uno squalificato o un infortunato era al fianco della Salernitana in trasferta. Grave, emblematico, triste, irrispettoso verso la stessa società che garantisce stipendi milionari

Riguardatevi quanto accadeva alla prima giornata di campionato: Candreva segna un eurogol all’Olimpico, la Salernitana è in vantaggio a Roma e l’attaccante corre sotto il settore ospiti praticamente da solo. Contestualmente vedetevi il video postato dal club a maggio scorso, quando i granata battevano l’Atalanta sotto il diluvio e i panchinari aspettavano il triplice fischio quasi con le lacrime agli occhi e con un trasporto emotivo da brividi.A questa squadra manca un leader, c’è poco da fare. Ribery appare a scompare senza riuscire ad incidere, l’approccio di Liverani fu molle, non c’è un direttore sportivo da campo

E quando c’è una spaccatura del genere, cantare in 4000 all’allenamento o spingere in 20000 dagli spalti la domenica rischia di non sortire alcun effetto. Perchè il pubblico fa la differenza, trascina e aiuta a vincere a patto che in campo scendano uomini che sentono la maglia. Non undici singoli che vanno per conto proprio e che, dopo la figuraccia di San Siro, pensavano a scambiare la maglia con l’avversario. O ad esultare con il gesto delle manette come fatto da Dia alla seconda di campionato

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di Popolo Sportivo

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