Una parte di tifosi ritiene che questa stagione calcisticamente parlando pessima vada attribuita anche all’amministrazione comunale locale e al Governatore della Campania Vincenzo De Luca . Tormentone ricorrente quando le cose non vanno nel verso giusto. Ed è sicuramente vero che la classe politica salernitana abbia, in tanti suoi esponenti, un po’ dimenticato le vicende di casa granata quando era necessario – ad esempio – scendere in campo col potere istituzionale per tutelare la squadra da ingiustizie di vario genere.
C’è poi la clamorosa querelle curva Nord, problematica che vede il Comune unico responsabile: le promesse post 0-3 di Pescara sono ben impresse nella memoria di tutti ed è assurdo avere un settore chiuso da 20 anni. Un danno per le casse del club, per i salernitani e per una squadra che perde l’appoggio di 5-6mila persone. Se poi vediamo in che stato versa il Vestuti e, in generale, in che condizioni siano gli impianti sportivi locali, possiamo ben capire che il problema di fondo è serio e preoccupante.
Capiamo, dunque, che Iervolino possa avere perso entusiasmo per tutta una serie di fattori. Il no al brand internazionale, il no alla gestione dello stadio, una convenzione firmata solo per consentire alla Salernitana di giocare regolarmente all’Arechi ma che ha tanti punti opinabili, qualche promessa non mantenuta e quella frase “a Salerno sembra sempre tutto tremendamente complicato” che fu pronunciata a Rivisondoli.
Allo stesso tempo, però, vanno fatte una serie di riflessioni. Anzitutto la proprietà era perfettamente consapevole del contesto che circonda la Salernitana quando ha deciso di intraprendere quest’avventura. In passato altri presidenti si sono imbattuti in situazioni simili, eppure hanno vinto lo stesso i campionati. Aliberti , ad esempio, decide di investire in Salernello a Giffoni. E che dire del Cagliari. Il Sant’Elia è ormai un lontano ricordo e l’impianto provvisorio è diventato definitivo, con capienza assai ridotta rispetto alle potenzialità di una piazza da 25mila in su. C’è poi un discorso sportivo. Nessuna mancata concessione, nessun ritardo nei lavori può giustificare l’allestimento di un organico gravemente lacunoso, con tanti giocatori non pronti per la categoria e un ridimensionamento palese rispetto a quanto detto nelle prime interviste. E’ colpa di De Luca se si deve reintegrare il fuori rosa Simy per sopperire alle carenze dell’attacco? E’ colpa degli assessori se la difesa ha subito 150 gol in due anni? Ha deciso il Napoli di affidare la panchina a Liverani o di partire per il ritiro senza volti nuovi?
Sarebbe stato più utile garantire qualche anno di A alla Salernitana, stabilizzarla nella massima categoria e poi battere i pugni sul tavolo. Con l’appoggio di buona parte della piazza. E’ ovvio che una retrocessione a suon di record negativi rende meno “forte” qualunque altro tipo di “battaglia” parallela. E poi…perchè tanta fretta? Ecco quanto disse il notaio Restaino: “Da privato cittadino e da tifoso non ho mai concepito questa fretta che ostentava l’attuale società rispetto alla questione impiantistica. Risulta che sia stato sottoscritto in passato un preliminare per l’acquisto di suoli nella zona litoranea di Pontecagnano e che l’acquisto definitivo fosse subordinato a una valutazione che il Comune avrebbe dovuto fare entro dicembre I tempi tecnici, però, sono decisamente più lunghi L’amministrazione comunale locale, forse, non sarà stata totalmente collaborativa. Tuttavia i dati ufficiali diffusi in queste ore testimoniano che, al netto della chiusura della curva Nord, c’è un incasso annuale al botteghino di 8,6 milioni di euro. Credo che la proprietà potesse darsi più tempo per affrontare la questione e che, se pure ritenesse d’aver subito dei torti, la strategia vincente sia sempre quella di investire. In questo caso,