La redazione di Popolo Sportivo ha avuto il piacere di intervistare il tecnico Ezio Capuano, attuale allenatore del Taranto emotivamente vicino alle vicende di casa granata. Ecco le sue dichiarazioni: “Fino a qualche settimana fa la situazione era grave ma non catastrofica. Purtroppo, però, sono stati persi tutti gli scontri diretti e oggi il campionato è compromesso. Tuttavia va chiuso con dignità, vi faccio l’esempio del Potenza. Qualche anno fa ci radiarono dalla serie C per vicende extracalcistiche, eravamo condannati al fallimento eppure trasformammo quel dramma sportivo in una opportunità per dare lezioni di moralità a tutto il calcio italiano. Sul campo ci salvammo, è impresa di cui vado fiero ancora oggi. Con la schiettezza che mi contraddistingue, devo dire che non sono accettabili dichiarazioni pre partita che vanno nella direzione di una rassegnazione. La matematica non condanna, c’è una società che paga gli stipendi e una tifoseria che segue dappertutto la squadra. Se non hai motivazioni non puoi fare questo mestiere”.
Ancora sull’attualità e sulle cause di questo disastro: “Non entro nel merito, ma non credo di passare per difensore del presidente se dico che i soldi sono stati spesi. Guardate la classifica riferita agli ingaggi e ditemi voi se è un presidente che non ha investito. Probabilmente è stato consigliato male. Se a gennaio arrivano calciatori fermi da tempo è ovvio che corri un rischio che, da ultimo in classifica, non puoi permetterti. Le stagioni vincenti si costruiscono sin dal ritiro. Caso Dia? Non avrei mai detto quelle cose pubblicamente, poi ognuno ha il proprio modo di gestire problematiche e spogliatoio. E, dopo le parole di Sabatini, fossi stato in Inzaghi sarei andato subito via. Dico solo che non è possibile, in A e in una piazza del genere, non avere motivazioni altissime. Lo si deve alla gente, anzitutto. E colgo l’occasione per fare un appello: continuate a sostenere la Salernitana, sono certo che tra un anno tornerete in serie A”
Poi sull’attuale esperienza al Taranto e sul sogno di allenare i granata: “Qui stiamo facendo qualcosa di faraonico, al netto della penalizzazione abbiamo una classifica impensabile. Alzi la mano chi avrebbe immaginato un Taranto in piena zona playoff con numeri di spessore assoluto e con un budget decisamente diverso rispetto a realtà che occupano ora la zona destra della classifica. Contro tutto e tutti, tra mille problematiche e con il nostro pubblico che è il più penalizzato siamo riusciti a dare credibilità ad un percorso sportivo fatto di sudore, lavoro e sacrificio. Siamo passati da 300 spettatori a 12mila, è questa la gioia più bella per chi fa questo mestiere. L’anno scorso si contestavano i tanti 0-0, io però mi ero semplicemente adeguato alle caratteristiche dell’organico a disposizione. Un bravo chef non fa spaghetti al sugo se nella dispensa ha le vongole. E anche quel gruppo arrivò ad un solo gol dagli spareggi promozione. Noi ce la giochiamo, con umiltà e senza porci limiti. Quanto alla Salernitana, io sono stato tifosissimo e il mio umore dipendeva dal risultato della domenica. Sono tuttora tifoso, è il primo risultato che guardo dopo quello della mia squadra. Fa male vederla così, sull’orlo del precipizio e con una retrocessione certa. Io in panchina? Tutti hanno avuto l’occasione di sedersi su quella panchina, anche i panettieri. Io no. Ora però sono concentrato sul Taranto, c’è un progetto pluriennale e non lascerei questa squadra per nessun altro club al mondo”.