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Candy Villa, non solo un negozio: tra storia, tradizione e il legame viscerale con la Salernitana
14/03/2024
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Chi lo ha detto che un’attività commerciale sia soltanto un luogo adibito alla vendita di prodotti? Chi ben conosce il nostro variegato territorio può affermare con orgoglio, e senza timore di smentita, che alcuni quartieri della città di Salerno pullulino di negozi all’interno dei quali si respira per davvero il profumo della storia. Trascorrere qualche ora con gli amici di Candy Villa non significa soltanto degustare leccornie di ogni genere ma anche – e soprattutto – confrontarsi con professionisti di spessore e persone che incarnano un valore fondamentale come il senso d’appartenenza. Quanto accaduto l’altra mattina, ha lasciato in eredità alla nostra redazione emozioni particolari. Perchè, sul bancone, non c’erano soltanto i prodotti tipici del negozio ma anche una vera e propria galleria di inedite foto d’epoca che ritraggono Salerno all’inizio del Novecento e un Vestuti pieno per celebrare le imprese contro Napoli, Juventus, Lazio e Milan. “Qui invece c’è il Grande Torino, per un tempo in svantaggio a Salerno” e via con un racconto che è mix tra storia, cultura, sport, famiglia e goliardia. Gli aneddoti si sprecano, roba da insegnare nelle scuole e da tramandare alle nuove generazioni affinché i grandi personaggi di un tempo non vengano mai dimenticati.

Inizia così il nostro tuffo nel passato: “Il ricordo va a Matteo Martino, dal 1929 titolare di una Barberia ubicata nell’attuale via Roma. In passato era Corso Garibaldi. La bottega accoglieva professionisti altolocati, gente di un certo spessore socio-culturale. E’ un uomo che occupa un posto di rilievo nella storia della vecchia Salerno, al pari di una famiglia che fungeva da punto di riferimento per tanti giovani. A lui Maria d’Alma Talento ha dedicato una poesia, spiegando da dove nascesse il soprannome “Pelillo” che lo portò agli onori della cronaca. Lui che non tollerava che un solo capello fosse fuori posto e che svolgeva la professione senza trascurare alcun dettaglio, come fosse una missione. Ed è stato uno dei più accaniti seguaci della Salernitana, in quel Vestuti che diventò una seconda casa e che lo vedeva camminare avanti e indietro nei distinti con quello slogan “rasaterra” che certificava il suo sdegno per il calcio “Palla lunga e pedalare””.

E la Salernitana è insita nel DNA di tutta la famiglia, basta ascoltare la storia di Regina Martino che, dal padre, ha ereditato la smisurata passione per i colori granata: “Ho visto la mia prima partita all’età di 13 anni, la famosa sfida playoff con la Lodigiani sospesa per pioggia. Ero in curva Nord con mio cognato Gaetano, epoca di un calcio che ricordiamo tutti con grande nostalgia. Quello di “Tutto il calcio Minuto per Minuto”, della radiolina, del totocalcio, delle partita tutte alle 15 e di quei campioni che baciavano la maglia con orgoglio senza pensare solo all’aspetto economico. Poi mi sono spostata in curva Sud, anni in cui dovevamo aspettare 90° minuto per rivedere le coreografie. La domenica, quando la Salernitana perdeva, non si usciva di casa e non ci perdevamo un solo programma sportivo. Gol su Gol, di sera, era appuntamento fisso. Sono andata all’Arechi quando ero incinta, organizzavo gli eventi in base al calendario della Salernitana e volevo a tutti i costi un marito col quale condividere l’amore per il cavalluccio marino e per la nostra Bersagliera. Devo dire che sono stata fortunata”. E Giovanni prosegue il suo viaggio tra i ricordi svelando altri curiosi aneddoti: “C’era una sorta di tradizione portafortuna. La domenica pranzavo a casa di mia moglie, il papà ci dava i soldi per pagare il parcheggio. Sottoscrivemmo l’abbonamento a Telepiù e ci ritrovavamo settimanalmente per seguire le gare dei granata coinvolgendo anche mia suocera. Perchè la Salernitana è davvero un qualcosa di famiglia, un sentimento difficile da spiegare a parole. La mia prima partita risale ai tempi del Vestuti e di Zaccaro. Custodisco con orgoglio abbonamenti e biglietti di trasferte infinite sui campi sterrati della terza serie. Ricordo quando, nel 1998, rinviammo una Comunione perchè si giocava Salernitana-Foggia e volevamo festeggiare la promozione in serie A attesa per 50 anni. Tutt’oggi io, mia moglie e i miei figli abbiamo l’abbonamento in curva Sud. Un atto di fede che va oltre la categoria, la classifica e le società. Se solo chi indossa quella casacca capisse cosa significa per noi…”.

Candy Villa è ubicato in una zona pienissima di tifosi granata, entrando nel negozio sembra quasi di essere in uno store ufficiale. Fotografie, cavallucci marini, poster, ora la colomba targata Popolo Sportivo e le uova di Pasqua della Salernitana. Simpatico il racconto di Regina: “Siamo talmente tifosi da anteporre la fede all’aspetto commerciale. E’ capitato che qualcuno entrasse in negozio chiedendo uova del Napoli: da noi non ne troveranno mai. Abbiamo fatto una scelta, nel rispetto delle rivalità e rivendicando il nostro esclusivo amore per Salerno e per la Salernitana. Da noi non ci sarà altro colore che il granata. E’ una questione di famiglia, è un qualcosa che fa parte di noi da un secolo. Voglio chiudere ricordando papà. Quello che a volte non seguiva le partite a causa della forte tensione ma che mi chiedeva lo “squillo” sul cellulare ogni volta che facevamo gol”.

 

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di Popolo Sportivo

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