Gli episodi arbitrali sovente a danno della Salernitana, gli attacchi ambientali e mediatici da Napoli, le ricostruzioni tutt’altro che sorprendenti da parte della stampa nazionale che spesso interpella ex esponenti dell’AIA che in campo sbagliavano di continuo e che oggi pontificano vestendosi da oracoli e commentando situazioni analoghe in modo diametralmente opposto stravolgendo la realtà dei fatti.
Tutto questo clamore dopo lo sfogo del presidente Danilo Iervolino era assolutamente preventivabile e non ci meraviglia affatto che si siano analizzati con tale superficialità episodi talmente lampanti da poter essere sminuiti soltanto facendo ricorso a una buona dose di fantasia. In queste 48 ore, il nome di Salerno e della Salernitana è accostato a ogni tipo d’accusa e di attacco, al punto che finanche conduttori solitamente equilibrati sono andati ben oltre il loro ruolo esprimendo giudizi ingenerosi.
I tifosi (che comunque sperano che, dietro questo sfogo del patron, non ci sia la volontà di spostare l’attenzione dai veri problemi che relegano la Salernitana all’ultimo posto) hanno un solo modo per trasformare la rabbia e il senso d’impotenza in voglia di arrivare alla salvezza e “zittire” tutte queste voci fuori dal coro: riempire lo stadio e stringersi al fianco della Salernitana.
Domenica c’è forse l’ultima occasione per rientrare in gioco per la salvezza, per lanciare un messaggio alle dirette concorrenti, per essere più forti di giacchette nere che certo non si faranno condizionare dalle parole del patron. E allora è obbligo morale sostenere la squadra, fare uno scatto d’orgoglio e garantire la propria presenza sugli spalti.
Un altro flop al botteghino, con stadio freddo e mezzo vuoto, imporrebbe per davvero una riflessione. Ora gli assenti avrebbero decisamente e più che mai torto.
