Le parole di Danilo Iervolino in conferenza stampa hanno fatto scalpore a livello nazionale. “Mi metto a nudo e dico quello che penso” ha detto durante il suo lungo intervento, uno “sfogo” comprensibile da parte di un presidente che ha investito tanti soldi in meno di due anni e che, in estate, ha rifiutato proposte per i big della rosa sperando di poter ripetere la precedente e straordinaria stagione.
Ad ogni modo il messaggio alla squadra è stato chiaro. C’è chi non si impegna, chi non ama Salerno, chi non onora la maglia, chi non guarda il presidente negli occhi quando parla a tutto il gruppo, chi addirittura non ha voluto imparare la lingua. Situazione visibile anche all’esterno, basti vedere le esultanze fredde dopo un gol, l’assenza di proteste dopo un torto arbitrale e la scarsa partecipazione della panchina nell’arco dei 90 minuti.
“Saremo la tomba calcistica per questi calciatori” è la frase che ha destato maggiore scalpore, metafora dura che rende bene l’idea. Ora tocca alla squadra, a questi giocatori strapagati “che bussano alla porta per mezza partita buona e poi devono essere pagati profumatamente anche se non sono performanti”. Battaglia che ci sentiamo di condividere e di sposare in pieno.
Ad ogni modo siamo a cospetto di un bivio: affondare o tirare fuori finalmente orgoglio e carattere? Quelle dichiarazioni possono essere viste come volontà di scaricare il gruppo mettendo a nudo colpe palesi prima di una rivoluzione a gennaio o come strategia per spingerli a reagire, a dimostrare che c’è ancora voglia di lottare per la maglia e di restare a Salerno. Ora tocca ai giocatori.