24 ore all’esordio e la Salernitana resta un cantiere aperto. Sarà pur vero che sta convivendo con una serie di ostacoli ed imprevisti, ma il direttore sportivo Gianluca Petrachi è operativo da due mesi e ci saremmo aspettati qualcosa di diverso rispetto a un terzino arrivato dalla serie C francese e qualche giovane di belle speranze che, all’esordio, ha mostrato più di qualche limite. Nessuno vuole giudicare dopo una sola partita, ci mancherebbe. Anzi, massimo sostegno a questi ragazzi che certo ci metteranno anima e cuore per ritagliarsi una vetrina importante nel campionato italiano. Tuttavia, quando manca un solo giorno alla prima di campionato, la Salernitana sarà costretta a scendere in campo tra mille difficoltà e con lacune tecniche e numeriche che impongono di tenere i piedi per terra e di pensare anzitutto alla salvezza. In porta si è deciso di ripartire da Sepe, uno che a Salerno non ha mai fatto la differenza e che, tra l’altro, è reduce da un anno e mezzo di inattività avendo fatto la riserva a Roma, sponda Lazio. Certo, fa piacere che un calciatore d’esperienza abbia deciso di restare, magari abbassando le pretese economiche. Però, già contro lo Spezia, abbiamo rivisto quegli errori ai quali eravamo tristemente abituati prima dell’arrivo di Ochoa. E qualche post sui social non è stato dimenticato da parte della tifoseria, quella che invoca l’arrivo di un numero uno di spessore o che preferirebbe Fiorillo titolare. Tanti, tantissimi dubbi anche per quanto riguarda la difesa. Velthuis non può essere certo il titolare inamovibile di cui la Salernitana ha bisogno dopo annate horror. Bronn può essere un discreto elemento per la categoria ma pecca in continuità, arrivasse Ruggeri saremmo a cospetto di un giovanissimo senza alcun tipo di esperienza per la categoria. E, sulle fasce, Gentile e Njoh sembrano scelte coraggiose e azzardate, soprattutto se a destra c’è un Ghiglione infortunato e a sinistra non si sa quale sarà il futuro di Bradaric. A nostro avviso, dunque, occorrono almeno quattro elementi da qui a fine mercato: tre centrali forti, esperti e di personalità e un esterno basso di sinistra che consenta anche a Njoh di crescere gradualmente e senza pressioni.
A centrocampo e in attacco la Salernitana, purtroppo, non è messa molto meglio. Con Mamadou Coulibaly praticamente ai margini e pronto a partire in direzione Catanzaro, Maggiore che ambisce al ritorno in A pur essendo reduce da due stagioni assolutamente negative e Legowski che non ha mai convinto, c’è il solo Amatucci che dovrebbe cantare e portare la croce. Bravino, per carità, ma certo ancora giovane e non pronto per fare la differenza. In questo reparto bisognerà lavorare molto, magari andando oltre la scommessa, il giocatore di C o il giovane di belle speranze che guadagna poco. In attacco c’è senza dubbio delusione. Sono andati via Mikael, Ikwuemesi, Dia e Bonazzoli e non è arrivato nessuno. Nemmeno un rincalzo o un giocatore normale di categoria. In pratica ci sarà l’esordio con Simy titolare o Valencia falso nueve: in 60 giorni di lavoro non è certo un grande risultato. Meglio sulle corsie esterne, laddove Verde aggiunge qualità e siamo tutti curiosi di vedere all’opera Braaf. Su Kallon cauti con i giudizi positivi dopo il buon impatto in coppa: a Bari ha fatto malissimo, idem a Verona e nessuno lo rimpiange a Genova. Anche in questo caso prendere un trequartista potrebbe essere una scelta azzeccata, anche perchè Tongya e Dalmonte non sono certo quei fulmini di guerra che cambieranno la storia della stagione.
Fonte tuttoSalernitana